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Italia e Georgia insieme per la cura dei bambini con patologie cardiache complesse

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha firmato un accordo di collaborazione con lo Iashvili Children Central Hospital della Georgia per formare medici e infermieri nel campo della cardiochirurgia, dell’emodinamica e della terapia intensiva e sviluppo delle competenze sul fronte della diagnostica e dei programmi di cura per i piccoli pazienti dell’ospedale georgiano con patologie cardiache.

In nome della sua originaria missione, l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, diretto dalla dottoressa Mariella Enoc, lavora quotidianamente non solo per la cura dei bambini italiani ma per tutti i minori dei Paesi meno sviluppati del mondo o in guerra che necessitano con urgenza di cure specifiche per poter guarire al più presto. Per questa ragione l’Ospedale pediatrico più importante d’Europa ha firmato un accordo di collaborazione con lo Iashvili Children Central Hospital della Georgia avviando così una ampia fase di formazione di medici e infermieri nel campo della cardiochirurgia, dell’emodinamica e della terapia intensiva e sviluppo delle competenze sul fronte della diagnostica e dei programmi di cura per i piccoli pazienti dell’ospedale georgiano con problemi cardiaci.
L’intesa, si legge in un comunicato diffuso dal Bambino Gesù, è stata siglata mercoledì 6 aprile a Tbilisi (Georgia) dalla dottoressa Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale della Santa Sede e Shota Joglidze, direttore generale dello Iashvili Hospital di Tiblisi. Alla firma erano inoltre presenti l’ambasciatore d’Italia in Georgia, Antonio Bartoli e l’arcivescovo Marek Solczyński, nunzio apostolico in Azerbaigian, Armenia e Georgia. “Abbiamo istituzionalizzato una collaborazione già attiva da anni”, ha dichiarato la Enoc, spiegando che l’obiettivo di questo e altri progetti che l’Ospedale della Santa Sede sta portando avanti è che “il lavoro svolto da tanti nostri medici fuori dall’Italia diventi sempre di più espressione dell’attività dell’Ospedale stesso, aperto al mondo e alle esigenze di salute dei più piccoli”.

“Quello del Bambino Gesù è un importante sostegno per lo sviluppo del nostro ospedale nel campo della cardiochirurgia. Mi auguro che la collaborazione sia duratura e proficua” ha aggiunto da parte sua Shota Joglidze, direttore generale dello Iashvili Children Central Hospital. L’accordo avrà una durata di due anni e, oltre alla formazione del personale sanitario locale, prevede anche il trasferimento presso il Bambino Gesù di Roma dei bambini affetti da patologie cardiache complesse che non potrebbero essere trattati adeguatamente nelle strutture del territorio. La neonata collaborazione vuole rispondere così alla ferma volontà di Papa Francesco di manifestare con opere concrete la prossimità ai più deboli.
L’accordo, tuttavia, è stato applaudito anche dalle istituzioni italiane e dall’ambasciatore d’Italia in Georgia, Antonio Bartoli che era presente al momento della firma. Questa stretta di mano tra Bambino Gesù – ospedale d’eccellenza e centro di speranza universale – e Iashvili Children Central Hospital, ha commentato, “potenzia e valorizza gli scambi di esperienze già esistenti: permetterà alla struttura di Tiblisi di crescere e, in prospettiva, a l’intera Georgia di diventare un ‘hub di speranza’ per i bambini malati”. Eguale plauso arriva dal mondo ecclesiastico e in particolare dal nunzio apostolico Marek Solczyński che ha ricordato il recente viaggio di Papa Francesco in Georgia, una visita che ha avvicinato le due Chiese. “Anche l’accordo tra i due Ospedali, quello della Santa Sede e quello georgiano, va in questa direzione ed è una azione concreta per sostenere la popolazione e i bambini malati”, ha aggiunto.
L’ospedale Iashvili ha tutti i requisiti per diventare un punto di riferimento in Georgia: con 350 posti letto, tante specializzazioni pediatriche, con questo nuovo accordo aumenteranno chiaramente le possibilità di eseguire trapianti, la genetica molecolare. Con i viaggi/scambio, per finire, gli specialisti accumuleranno tanta esperienza in corsia e in sala operatoria da spendere una volta rientrati a casa.
 

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