Per gli italiani mettersi ai fornelli non è cosa da poco. Tanti infatti dinanzi a una gustosa ricetta arricciano le labbra e scelgono di assaporarla se preparata da altri o mettendo piede direttamente nella cucina di uno chef stellato. Non sarebbe del tutto corretto dire che agli italiani piaccia spendere di più per mangiare, ma lo è se ammettiamo che la relazione fornelli-italiani è rotta da un bel po’. È questo uno dei tanti spunti offerti dall’ultimo Rapporto Ristorazione della Federazione Italiana Pubblici Esercizi che evidenzia un particolare rapporto tra cibo e salute tenuto severamente sott’occhio dal popolo italico.
Oggi questo legame è caratterizzato da nuove formule ispirate al fast food, al take away e a tutti quei canali tipici di uno stile di vita americano che inizialmente, a fine anni ’50, poco piaceva al Bel Paese, ma che oggi non solo alletta, ma è grandemente condiviso in ogni ambito, dall’abbigliamento alla cucina, appunto. La frenesia della vita di tutti i giorni è infatti un problema molto comune, e il tempo diventa la risorsa che scarseggia di più nella vita delle persone, condizionando la relazione con il cibo: il 32,7% degli intervistati ha dichiarato di cucinare a pranzo tutti i giorni, percentuale che sale al 53% per la cena, pasto che sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra vita. Se nel 1998 il 78% delle persone erano solite pranzare a casa, in 20 anni la percentuale è scesa al di sotto del 72%, una contrazione equivale a circa 3,5 milioni di persone.
Non va meglio per le piccole forchette, ossia per tutti quei bambini che vanno dai 3 ai 10 anni. Pur consigliando pediatri e nutrizionisti una dieta composta da ben 5 pasti, 800 mila tra di loro mangiano soprattutto e completamente solo a cena. Tra coloro che cucinano “tutti i giorni” o “qualche volta” il 76,9% dedica 30 minuti al giorno a questa attività. Generalmente sono 37 i minuti dedicati ogni giorno alla preparazione dei pasti, ma ancora di meno sono quelli dedicati al loro consumo: appena 29.
Prima di mettersi ai fornelli tuttavia è necessario riempire il frigorifero di casa andando a fare la spesa. Il 48,6% degli intervistati dedica da una a due ore a settimana agli acquisti con un tempo medio settimanale di 105 minuti. Si nota un ritorno alla piccola spesa, ben il 50,1% degli intervistati preferisce acquistare il necessario giorno per giorno, affidandosi sempre meno quindi alla famosa “spesona settimanale”. La necessità di mangiare velocemente, e la scarsa possibilità di dedicarsi alla preparazione di piatti lunghi da cucinare e complicati, aumenta significativamente il food delivery: nell’ultimo anno il 30,2% degli italiani ha avuto occasione di ordinare online il pranzo o la cena da piattaforme web, soprattutto per poca voglia di uscire o cucinare, rispettivamente nel 37,1% e nel 31,5% dei casi; sul podio anche la mancanza di prodotti in casa, nel 35,6% dei casi.
I cibi più ordinati nel 2018 sono stati i Poke Bowl, ciotole di pesce crudo che hanno rappresentato la tendenza di consumo più importante nel 2018. Ma rimangono in cima alla classifica delle ordinazioni anche gli hamburger con patatine, la pizza, il sushi e i ravioli asiatici. Per il nuovo anno si prevedono nuove tendenze: il veg meat, beyond burger, la cucina birmana e filippina, la curcuma e il gomasio, ma anche semi di canapa e poi frutta, nello specifico cocco e dragon fruit. L’offerta sulle piattaforme di food delivery dimostra che ci sono ampi spazi di inserimento per la ristorazione tradizionale italiana e persino regionale. Dal punto di vista anagrafico sono i giovani i più abituati ad ordinare cibo online, un dato intuitivo anche per la maggiore propensione all’utilizzo della tecnologia; e si ordina molto di più al Nord che al Centro e al Sud.