La dermatite atopica è una patologia cronica della pelle, non contagiosa, caratterizzata dalla comparsa di infiammazione e lesioni eritematose. La pelle è costantemente secca, pruriginosa e irritabile.
Di solito compare nella primissima infanzia; nei neonati e nei bambini piccoli la parte più comunemente colpita della pelle è il viso, anche se, quando crescono, l’eruzione si può diffondere a tutto il corpo. Tuttavia, può insorgere a qualsiasi età ed è un disturbo molto diffuso nei Paesi sviluppati. Può andare incontro a guarigione spontanea o a un’attenuazione dei sintomi: con la pubertà possono anche verificarsi periodi di completa remissione, seguiti da una ricomparsa all’inizio dell’età adulta.
Chi soffre di dermatite atopica in genere è affetto anche da malattie allergiche quali asma, rinite allergica, orticaria, allergie alimentari.
Le cause della dermatite atopica non sono state ancora chiarite del tutto, ma si ritiene che sia causata da diversi fattori:
- la predisposizione genetica, la dermatite atopica è la forma più comune di eczema ed è strettamente collegata all’asma e alla febbre da fieno. I figli, con entrambi i genitori che soffrono di dermatite atopica, hanno una probabilità del 60 – 80% di ereditare la malattia dai genitori;
- lo stato psicosomatico;
- il sesso: sembra che le donne abbiano una tendenza leggermente maggiore degli uomini a sviluppare il disturbo;
- l’ambiente circostante.
Tra i fattori scatenanti o che possono peggiorare la sintomatologia vi sono invece:
- secchezza cutanea
- bagni caldi
- stress
- sudorazione
- rapidi cambiamenti di temperatura
- saponi o detergenti
- tessuti di lana o irritanti
- polvere o sabbia
- fumo di sigaretta
- inquinamento elevato
- alcuni alimenti.
Ancora non è stata trovata nemmeno una cura risolutiva per la dermatite atopica. E’ possibile prolungare le fasi in cui la malattia non è presente, evitare i fattori scatenanti e seguire una cura intensiva e quotidiana.
I sintomi variano da persona a persona, da stagione a stagione, anche di giorno in giorno. I principali sintomi sono:
- intenso prurito
- arrossamenti (eritema)
- pelle disidratata e senza sebo (xerosi).
Nei neonati e circa sino ai 2 anni di età di solito la dermatite atopica si presenta con eruzioni cutanee rosse e umide sul viso, in seguito si potrebbe estendere a collo, pieghe degli arti, polsi, dorso delle mani.
Nell’età adulta si può avere presenza di desquamazione e lichenificazione principalmente su collo, nuca, torace, spalle, le pieghe e le estremità degli arti, con un aspetto prevalentemente lichenificato.
La lichenificazione è un ispessimento della pelle con desquamazione che, a volte, assume un colorito grigiastro.
Infine questa malattia rende la pelle particolarmente incline a infettarsi nelle zone escoriate con manifestazione di:
- infezioni microbiche (prevalentemente stafilococciche);
- infezioni virali da Herpes simplex e da mollusco contagioso.
I sintomi possono infine causare problemi di origine psicologica e il prurito può generare disturbi del sonno specie nei bambini.
La diagnosi di dermatite atopica si basa sull’osservazione dei sintomi, il medico escluderà la presenza di altri disturbi caratterizzati dal prurito quali scabbia, dermatite seborroica, dermatiti (allergiche o irritative) da contatto eccetera.
Valuterà anche la reattività all’immunoglobulina E e la presenza, in famiglia, di persone affette da dermatite atopica e allergie.
Come abbiamo detto non esiste una cura definitiva per la dermatite atopica, ma solo terapie e misure preventive che mirano a tenerla sotto controllo e ad alleviarne i sintomi.
In caso di lesioni, sarà necessaria terapia antinfiammatoria locale prescritta dal medico curante.
E’ possibile cercare di tenerla a bada avendo un’alimentazione sana ed equilibrata e bevendo molto per tenere la pelle idratata anche dall’interno. E’ consigliato evitare:
- pomodori crudi, spinaci;
- fragole, banana, ananas, kiwi, arachidi, nocciole e frutta secca
- cioccolato
- formaggi fermentati
- pesce azzurro (aringhe, sardine, acciughe), salmone e tonno in scatola, frutti di mare
- insaccati
- albume d’uovo
- estratto di carne
In caso di prurito è possibile utilizzare un gel o una crema all’aloe vera o alla calendula. Utilizzare detergenti naturali privi di schiumogeni e tensioattivi che disidratano la pelle.
L’uso di integratori alimentari a base di probiotici è utile per ristabilire la flora batterica intestinale e proteggere dall’interno la pelle, in abbinamento anche a perle di olio di borragine da assumere per 1 mese e per 2 o 3 volte l’anno.