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La linea prudenziale del Governo Draghi tra chiusure e campagna di vaccinazione
Occhi puntati sulle nuove misure anti-covid in vigore dopo le festività pasquali. La decisione sulle riaperture verrà presa sulla base dei dati sui contagi. Questa la linea prudenziale del Governo Draghi impegnato anche sul fronte vaccini. “Sono i vaccini che ci porteranno fuori dalla pandemia, ad aprile pronti a somministrare mezzo milione di dosi” ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della conferenza stampa, che si è svolta dopo il Consiglio Europeo. Tra i temi affrontati nell’incontro con i giornalisti, le conclusioni del Consiglio europeo, la campagna vaccinale e le decisioni della Cabina di regia del governo per l’emergenza Covid soprattutto per la riapertura delle scuole.
Campagna vaccinale: il presidente Draghi ha annunciato che ci sarà presto un decreto-legge per rendere obbligatoria la vaccinazione per gli operatori sanitari a contatto con i malati. “Il Governo intende intervenire in merito agli operatori non vaccinati a contatto con i malati. La forma di questo provvedimento è da valutare”.
Il presidente del Consiglio ha parlato degli accordi per produzione vaccini in Italia. “Ci sono vari accordi per la produzione di vaccini in Italia, come nel caso di Pfizer in una sede lombarda. Servono tre o quattro mesi per averlo a disposizione”. Per il Ministro della salute Speranza, “puntiamo sul vaccino ReiThera che ha avuto un investimento in termini di capitale pubblico. Siamo fiduciosi che da autunno sarà a nostra disposizione”.
Per quanto riguarda la questione riaperture “dipende dai dati che vediamo – ha detto Draghi – Dopo un anno sappiamo di più su fonti e posti di contagio: le misure dimostrano che non sono campate per aria. È desiderabile riaprire: la decisione dipende esclusivamente dai dati che abbiamo a disposizione”. La priorità è la scuola che ripartirà fino alla prima media anche in zona rossa, mentre in quelle arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori. “Le scuole riapriranno fino alla prima media, in alcuni casi sarà possibile effettuare dei test – ha detto Draghi – Le decisioni prese nell’ultima cabina di regia hanno portato ad una diminuzione del tasso di crescita dei contagi. Il resto della situazione rimane critica e preoccupante: la volontà complessiva della cabina di regia era che in caso di spazio l’avremmo destinato alla scuola fino alla prima media. Più si alza l’età scolastica, più le attività aumentano. Gli altri provvedimenti restano fermi. Senza restrizioni, le scuole restano un punto di contagio”.
L’Italia resta chiusa fino a maggio e da lunedì 29 marzo più di metà del Paese è suddiviso in due fasce di colori, rossa e arancione. In zona rossa, con Calabria, Toscana e Valle d’Aosta che si vanno ad aggiungere alle 7 regioni e alla provincia autonoma di Trento in cui sono già in vigore le restrizioni più dure, mentre il Lazio torna in arancione. Fino al 30 aprile, dunque, niente spostamenti tra le regioni, saracinesche ancora abbassate per bar e ristoranti, riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri a data da destinarsi, zona gialla cancellata fino alla fine del mese.
Sul futuro del post pandemia il presidente del Consiglio ha risposto “E’ vicino e non lontano: la nostra capacità produttiva è proseguita con protocolli particolari. C’è tanta gente che continua a lavorare e produce. Il passo fondamentale per pianificare il futuro, prima degli investimenti, è fare una politica economica ben disegnata per i prossimi sei mesi. Vale per l’Italia ma anche per l’Europa: questo riguarda la quantità di stimolo che riusciremo a iniettare nell’economia attraverso gli investimenti. La composizione dei mezzi è essenziale, da impiegare in modo tale che costruiscano il nostro futuro. E servirà creare posti di lavoro perché ci sarà un aumento della disoccupazione. Dobbiamo attuare il vecchio che va bene e aprire il nuovo che va bene”.
Secondo gli ultimi dati (29 marzo), sono 12.916 i positivi al test del coronavirus in Italia in 24 ore e 3.721 i pazienti ricoverati in terapia intensiva.
Ad oggi sono 2.996.933 le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti- covid (fonte: report vaccini). La campagna di vaccinazione anti Covid è “la priorità del Paese”, ha scritto il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook. Il ministro ha anche annunciato di aver firmato il protocollo con le Regioni e farmacisti “per far partire in sicurezza le vaccinazioni Covid nelle farmacie del nostro Paese. La campagna di vaccinazione è la vera chiave per chiudere questa stagione così difficile. Oggi facciamo un altro importante passo avanti per renderla più veloce e capillare”.
Secondo il commissario nazionale per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, l’arrivo “imminente” di un quantitativo “importante” di vaccini rappresenta “la premessa di un cambio di passo effettivo” della campagna vaccinale, “sempre nel rispetto delle priorità fissate dal governo”. L’obiettivo è arrivare “rapidamente ad un’omogeneità di risultati a livello nazionale e nessuno rimanga indietro”. Figliuolo ha anche ribadito che il ritmo giornaliero delle vaccinazioni si sta assestando su 250mila al giorno. “Oggi abbiamo sul piatto 11 milioni di dosi – ha aggiunto – ovviamente si stanno somministrando e di questo sono contento, abbiamo superato ottime percentuali, l’altro ieri 245 mila. Sono dati da consolidare, ieri (27 marzo, n.d.r) 237 mila, ma probabilmente supereremo le 240 mila. Quindi siamo allineati al piano”.