La musica stimola le capacità sensoriali di ciascuno. Il ritorno a scuola

Il latino alle scuole medie e la musica alle elementari. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, torna a puntare i riflettori sulla riforma scolastica delineando la sua visione per l’insegnamento nella scuola dell’obbligo. In modo specifico, la musica – più del latino – nasce con noi e prima di noi: si inizia ad ascoltare il battito del cuore della madre nell’utero, e gli organi di senso-percezione cominciano a formarsi. Insegnare sin dalla prima infanzia ad apprezzare la musica, oltre che le altre discipline artistiche, non significa educare musicisti professionisti, ma offrire alle bambine e ai bambini uno strumento per esplorare il mondo con profondità.

È il Sole 24 ore a restituire una lettura di natura biologica sulla stretta relazione che intercorre tra la musica e l’essere umano. Sull’edizione di martedì 12 febbraio si legge: ‘Si cresce insieme a un ritmo, il túm-ta, tum-ta túm, le due sillabe che gli studenti di medicina imparano a rappresentare foneticamente, battito cardiaco dei loro futuri pazienti. Uscito dall’amnios, la sacca membranosa che protegge l’embrione (peraltro analogo per mammiferi e uccelli, eccetto i pesci) e dallo sciabordio materno, in cui neonato o neonata certamente si sentono protetti, inizia la fatica della vita, e quel processo di selezione dei rumori da cui sono circondati. Così, di fatto, si trovano nella musica. Poi, appena appaiono nel mondo, la ninna nanna della mamma li aiuta a addormentarsi. Le mamme spesso non sanno che anche Chopin, Schumann, Fauré, Offenbach, Debussy, hanno composto ninne-nanne. Tanti anni fa, quando assieme a mio cognato Carlo ci inventammo “La Città del Sole”, si vendeva un libretto sonoro con le ninne nanne dei grandi compositori”.

La musica, con la sua struttura e le sue regole, allena la mente al ragionamento logico e alla comprensione di schemi complessi, utili anche in matematica. Inoltre, l’ascolto e l’analisi di testi musicali contribuiscono ad arricchire il vocabolario e a migliorare la comprensione del linguaggio.

“Venendo all’oggi – prosegue l’arguta penna del giornalista – l’importanza della musica nell’educazione dei bambini è facilitata dal fatto che la musica è esperanto, lingua universale per eccellenza, mezzo di grande potenza di espressione e comunicazione. Eppure, come per ogni lingua, per comprenderla appieno e con facilità è necessario ascoltarla, praticarla e assimilarla fin da piccoli. I bambini sono come spugne, pronti ad assorbire tutto ciò che accade intorno a loro, compresi i suoni e i misteri che inducono. È per questo che l’ambiente sonoro che li circonda gioca un ruolo fondamentale nella loro crescita. Molti genitori non si rendono conto del potere che hanno nel plasmare l’orecchio musicale dei propri figli. Accendere casualmente una stazione radio in macchina o scegliere distrattamente cosa ascoltare in casa, influenza la sensibilità musicale dei bambini. Esponendoli al bello della musica bella, come quella classica o altre forme di musica colta, di musica d’arte, dal jazz al pop e al rock, purché di alta qualità, si può allenare il loro orecchio e sviluppare una profonda capacità di ascolto, comprensione e pure la voglia di suonare”, conclude.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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