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LA POKÉMON-MANIA E I RISCHI PER LA SALUTE
E’ recentemente scoppiata la Pokémon mania, un fenomeno che sta prendendo piede anche tra gli over 30. Mutua MBA ha chiesto un parere alla dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa e psicoterapeuta.
Dare la caccia a personaggi virtuali nascosti nella realtà. E’ questo lo slogan del gioco Pokémon go.
In poco tempo è scoppiata la pokémon mania, un fenomeno che sta prendendo piede anche tra gli over 30. Basta un click e il gioco è fatto: l’app- gratuita Pokémon go (nata dalle ceneri del videogame della Nintendo anni ’80, I pokemon) per gli smartphone, ha avuto il suo debutto negli Stati Uniti e in Australia e in 24 ore ha spopolato nel resto del mondo, Italia compresa.
Il gioco per smartphone si riflette sulla realtà: con la fotocamera si cercano i Pokémon nell’ambiente reale, per strada, al parco, in testa ad uno sconosciuto, seguendo indizi che arrivano sullo schermo del telefonino.
“Immagina pokemon nel mondo reale” ed è compito del giocatore catturare Pikachu, Dragonite e gli altri, con veri e propri inseguimenti. Lo scopo della cattura è fare punti e guadagnare abilità, inoltre salendo di livello, si ottengono nuove Pokéball e nuovi “poteri”.
Dare la caccia a Pikachu & co. causa dei rischi per la salute.
Il livello di allarme riguarda innanzitutto gli incidenti stradali. E’ cronaca di questi giorni il verificarsi di una serie di incidenti, uno tra tutti quello accaduto a San Paolo Bel Sito dove una trentenne è stata investita da una vettura guidata da un giovane nolano, distratto perché impegnato nel dare la caccia ai Pokémon.
La distrazione, quindi, è fatale per i giocatori incapaci di rendersi conto di quello che realmente accade intorno a loro. La pokémon mania è stata definita una pratica compulsiva e adultescenziale. E’ dunque una malattia della psiche, un comportamento immaturo.
Mutua Mba, società di Muto soccorso, ha chiesto il parere della dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa-psicoterapeuta.
Dottoressa, cosa ne pensa di questo nuovo fenomeno?
“Pokémon-go è un gioco come un altro. E’ lo specchio dei tempi, l’evoluzione naturale della caccia al tesoro. Anzi, rispetto ai più comuni giochi virtuali ha il privilegio di portare la gente fuori di casa liberandola da divano e sedia. Fa effetto, sicuramente, vedere la quantità di persone interessate a questo tipo di gioco. Nulla di nuovo anche qui. Si tratta dell’effetto novità che si placherà a breve. E’ successo per ruzzle, candy crush e tanti altri. All’epoca non si parlava d’altro, oggi non ne parla più nessuno. Accadrà anche per i piccoli pokémon”.
Secondo lei può essere davvero definito un comportamento immaturo?
“Si tratta di un gioco. Quando giochiamo diventiamo tutti immaturi, anche ad ottant’anni. E’ questo lo scopo di un gioco, farci ritornare bambini. Anzi, a questo proposito bisognerebbe ricordare e, visto il successo, tenere a mente l’enorme bisogno degli adulti di giocare. Non ci vedo nulla di male”.
Cosa si intende per “pratica compulsiva e adultescenziale”?
“Compulsivo è tutto ciò che facciamo quasi senza rendercene conto e in maniera meccanica. Compulsivo è un comportamento che non controlliamo. Ma non credo sia questo il caso. La voglia di giocare non ha mai fatto male a nessuno. Tuttavia direi che sicuramente si tratta di stimoli (questo tipo di gioco) che ci riportano verso l’adolescenza, la spensieratezza. Considerare chi gioca alla stregua di un adolescente (quindi immaturo) significa affermare che solo fino all’ adolescenza si ha diritto di giocare. Bisognerebbe rivedere questa convinzione tanto radicata”.
Dobbiamo preoccuparci? Quali sono i rischi per la salute?
“Come in tutte le cose ci vuole cautela, giocare senza esagerazione. Evitare di trascorrerci le giornate, di usarlo durante il lavoro. Non ci sono rischi diretti, ma solo legati alla negligenza di chi gioca. Un comportamento ossessivo nei confronti del gioco, non dipende dal gioco stesso, ma dalla necessità di chi ci gioca, di nascondersi e perdersi in qualcosa che lo distragga dalla sua vita”.
I suoi consigli?
“In questo caso tanta attenzione quando si è per strada ed attenzione all’ossessività che è la cosa più pericolosa. Si diventa ossessivi quando un comportamento diventa un pensiero fisso, quando non si riesce a non pensarci e quando, addirittura si evita di fare altro. Non lasciarsi prendere la mano da questo gioco, quindi mai evitare di uscire con gli amici pur di giocare, mai rinunciare alla vita sociale, ma neanche alle cose private. La chiusura totale dentro il gioco può nascondere ansia sociale (paura degli altri), o addirittura depressione. Nel caso di eccessivo uso del gioco bisogna rendersi conto che potrebbe trattari di un modo per sfuggire ad uno di questi due problemi. Autoregolarsi è fondamentale, regolare e dare regole precise ai bambini è assolutamente doveroso. A proposito di bambini, non negherei loro la possibilità di giocare ma darei regole ed orari ben precisi”.