Le trasformazioni economiche e sociali determinate dalla rivoluzione industriale posero in piena evidenza il problema di quelle persone che si venivano a trovare in condizioni di estremo bisogno assistenziale.
In effetti le nuove strutture economiche e sociali, effetti dell’industrializzazione, resero difficile il ricorso alla tradizionale solidarietà famigliare, mentre l’abolizione delle corporazioni aveva eliminato, anche nei riguardi di chi esercitava i mestieri tradizionali, ogni forma di solidarietà tradizionale.
L’ideologia liberale dominante portava a ritenere che i LAVORATORI AVREBBERO DOVUTO PROVVEDERE A FAR FRONTE, CON IL RISPARMIO, AI LORO BISOGNI FUTURI. La scarsa assistenza pubblica, residuale ed occasionale, era destinata a garantire più l’ordine pubblico che le esigenze di chi aveva bisogno.
In questo contesto LA PRIMA FORMA DI PREVIDENZA fu quella a privata e prima che si sviluppasse una specifica corporazione normativa in materia di previdenza sociale, furono gli stessi lavoratori a provvedere mediante la costituzione delle SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO, all’individuazione di meccanismi di tutela per proteggersi dai rischi che avrebbero potuto limitare o annullare la capacità lavorativa.
Queste “associazioni liberali”, nate in Francia dopo la rivoluzione del 1789 e sperimentate nel secolo successivo anche in Germania ed in Italia, hanno rappresentato la prima forma di assicurazione in favore della categoria dei lavoratori.
MODALITA’ ESECUTIVE: Gli associati (i lavoratori) versavano una quota di iscrizione e dei contributi periodici, ricevendo dalle società di mutuo soccorso un sussidio in caso di malattia, di infortunio, di invalidità e, alla cessazione dell’attività lavorativa, UN TRATTAMENTO IN PENSIONE.
La prima manifestazione di quella che sarà poi la previdenza sociale fu quindi determinata dalla spontanea iniziativa dei lavoratori.
Inizialmente i fondi delle società di mutuo soccorso erano prevalentemente il frutto di elargizioni benefiche e filantropiche provenienti da “soci onorari” per lo più aristocratici, borghesi o ecclesiastici, mossi da istanze opportunistiche. Successivamente con la diffusione dell’industrializzazione e l’incremento dell’autonomia delle società di mutualistiche le finalità assistenziali dominarono su quelle filantropiche, anche grazie all’esclusione dei soci non lavoratori.
Oggi la previdenza complementare prevista dal nostro ordinamento pone il solco nella previdenza delle origini, di quel rudimentale sistema previdenziale mosso dagli uomini nel perimetro delle società di mutuo soccorso.
La Mutualità ha dato le basi ad un sistema di Welfare State ancora oggi praticato e lo ha fatto normando le reali esigenze delle persone che, nelle mutue, hanno imparato i principi dell’educazione, del rispetto, della convivenza e della tolleranza.
Luciano Dragonetti
Studi condotti su opere letterarie, R.PEssi Lezioni di diritto della previdenza sociale – M.PERSIANI, Diritto della previdenza sociale. – D.RICCIO, le rendite della previdenza sociale. – F.MORICCA, Economia socializzata e realizzazione spirituale. . A.TOMASSETTI, Tecnica attuariale per collettività.