Una piccola puntura che allarma. Nel corso delle calde giornate d’agosto sulle coste adriatiche dell’Italia è stato avvistato il pesce ragno appartenente alla famiglia delle Trachinidae, riconoscibile dal suo aspetto maculato e dalle dimensioni significative (si sviluppa perlopiù in lunghezza). Una puntura di questo animale, anche conosciuto come tracina, potrebbe provocare fastidiosi effetti all’uomo, come bruciore, nausea, vomito, tremori e sincope. Inoltre, a seconda dei casi il dolore potrebbe essere temporaneo oppure protrarsi su una parte del corpo per diverse ore.
Cosa fare dunque se gli aculei di questo pesce dovessero malauguratamente pungere la nostra pelle? Per prima cosa, al fine di alleviare il fastidio si raccomanda di bagnare la zona colpita (generalmente la puntura interessa mani o piedi) con acqua calda, dolce o salata. Questo in quanto la tossina iniettata dal pesce è termolabile, anche se a temperature prossime a 50°C. Nel caso in cui si dovessero manifestare effetti derivanti dall’ingresso in circolo della molecola, è inutile esporsi ad elevate temperature in quanto si dovrebbe permanere a 50°C per una durata di tempo troppo elevata, esponendosi dunque a tutti gli effetti dell’ipertermia. Qualora non dovessimo avere a nostra disposizione acqua calda, potremmo servirci del calore della sabbia senza applicare del ghiaccio sulla ferita.
È invece del tutto sconsigliato bagnare la pelle con ammoniaca e urina o toccarla con lattice, in quanto questi potrebbero peggiorare la sintomatologia o aggiungere ulteriori lesioni a quella già dolorosa del pesce. Da un punto di vista farmacologico si può trovare sollievo dall’assunzione per via orale o intramuscolare di analgesici, antinfiammatori o di pomate al cortisone. In rarissimi casi l’organismo può reagire in maniera simile ad una allergia con crisi respiratorie e alterazioni cardiache. Nel caso in cui i primi sintomi dovessero manifestarsi qualche ora dopo rispetto alla puntura, si consiglia rivolgersi in tempi stretti al proprio medico di base oppure di recarsi in ospedale.
Il pesce ragno vive in nel Mediterraneo ma è di casa anche nelle acque del Mar Nero. Ci si può imbattere anche nei mari della Scozia, alle Canarie al sud, lungo l’Africa occidentale e nelle acque cilene. Il suo habitat naturale è rappresentato da fondali sabbiosi e fangosi e abitualmente nuota nei primi 30 metri di profondità. Questo pesce è fornito di spine dorsali (da 5 a 7), che sono collegate a un tessuto spugnoso che produce – appunto – una sostanza velenosa. Come avviene in questi casi, le spine vengono innalzate, oltre che nei momenti dedicati alla caccia, quando la tracina non si sente al sicuro e dunque in pieno pericolo.