La vittoria dei medical drama, torna in tv “The Good Doctor”

La vittoria dei medical drama, torna in tv "The Good Doctor"

Medical drama, che passione. Dopo aver spopolato su Netflix, la serie tv “The Good Doctor” torna nuovamente su Rai 2 e prepara i telespettatori a seguire le vicende di Freddie Highmore – il protagonista – che interpreta Shaun Murphy, medico affetto da disturbi dello spettro autistico e dalla sindrome del savant, condizione rara e straordinaria, nella quale si ha contemporanea sussistenza di una profonda disabilità mentale, alle volte tale da non rendere autonomi, con abilità e capacità sopra la media o prodigiose in uno o più specifici campi dello scibile, accompagnate da formidabile memoria a lungo termine.

A differenza di altri medical drama che hanno riscosso particolare successo, si pensi a “Grey’s Anatomy”, “E.R. – Medici in prima linea” e ancora “New Amsterdam”, in “The Good Doctor” i riflettori sono puntati unicamente sul dottore Shaun Murphy che presenta particolari caratteristiche che lo distinguono dai suoi colleghi. La sindrome del Savant infatti se da un lato presenta ritardi cognitivi gravi, dall’altro sviluppa in modo particolare una determinata abilità della persona. In Murphy prima fra tutte spicca la memoria fotografica dell’interno del corpo umano, fin dal suo intervento decisivo nel primo episodio, dove salva un ragazzo rimasto gravemente ferito a seguito di un incidente avvenuto in aeroporto. Al suo fianco c’è il collega Aaron Glassman, una sorta di mentore, e altri colleghi amici. Al di là delle questioni legate alla professione e alla vita di corsia, Shaun deve fare i conti con gli aspetti più complessi della sua condizione affrontando pregiudizi e diffidenze.

La Sindrome del Savant, entrata di diritto nel grande schermo con “The Rain Man – L’uomo della pioggia” di Barry Levinson e con Tom Cruise e Dustin Hoffman, è una condizione alquanto rara diagnosticata in persone affette da autismo, così come avviene nella serie. Una stima percentuale ragionevole vedrebbe un 50% dei savant come soggetti autistici, mentre il restante da ricollegare a disabilità dello sviluppo, ritardo mentale o altre forme di danno al sistema nervoso centrale, per cui non tutti gli autistici sono savant e viceversa. I maschi portatori sono più numerosi delle femmine e questo sarebbe dovuto agli alti livelli di testosterone circolanti durante la gravidanza, che inficiano lo sviluppo, già tardivo, dell’emisfero sinistro. Si creerebbero, a questo punto, le condizioni favorevoli per la dominanza dell’emisfero destro.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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