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L’arancia. Il frutto che combatte con la vitamina C la demenza e il cancro
Una ricerca americana ha dimostrato che, grazie alla presenza della vitamina C, l’arancia può essere utile per contrastare demenze e tumori.
Le arance sono un ottimo rimedio anti-demenza e anti-cancro. È questo un dato importante che va a inserirsi nell’ampio ventaglio di benefici garantiti dagli agrumi, e più in particolare dall’arancio pianta simbolo della Conca d’Oro di Palermo originaria della Cina. Frutto autunnale, dall’odore acre e dal colore rossastro come un tramonto estivo, l’arancia è ritenuta dalla medicina un ottimo rimedio naturale a molte patologie. Composta anche dalla vitamina C essa aiuta a incrementare la produzione di collagene, che ringiovanisce e dona struttura al corpo umano e dunque ai capelli, alle unghie e ai denti.
Proprio questa estate, esattamente in agosto, un team di ricerca del Perlmutter Cancer Center dell’Università di New York (NYU) ha dimostrato che iniezioni con alte dosi di vitamina C possono spingere le cellule staminali difettose nel midollo osseo a maturare e morire naturalmente, anziché moltiplicarsi in maniera incontrollata e generare tumori del sangue, come diverse tipologie di leucemie. In altre parole, l’acido L-ascorbico, meglio conosciuto col nome comune di vitamina C, può aiutare a contrastare lo sviluppo e la proliferazione di queste diffuse neoplasie.
L’azione della molecola, hanno specificato gli scienziati a cui va il merito della ricerca, è grandemente associata a quella dell’enzima TET2 (Tet metilcitosina diossigenasi 2), che è coinvolto nello sviluppo delle cellule staminali indifferenziate. TET2 le muta in cellule mature e lasciandole morire gradualmente. La metà dei malati di leucemia mieloide croniche, compresi coloro che sono affetti da sindrome mielodisplastica o colpiti da leucemia mieloide acuta, è soggetta a mutazioni che compromettono il corretto funzionamento di questo enzima essenziale.
Per verificare gli effetti della vitamina C, il cui legame con TET2 è stato dimostrato da studi passati, gli studiosi hanno creato in laboratorio topi geneticamente modificati nei quali l’enzima TET2 poteva essere attivato o disattivato a seconda delle necessità. Nei topi con TET2 disattivato le cellule staminali si comportavano esattamente come negli esseri umani malati di leucemia, ovvero si sviluppavano in maniera incontrollata senza maturare. Iniettando alte dosi di vitamina C il team del professor Neel è riuscito a ripristinare il corretto funzionamento di TET2, promuovendo così il corretto sviluppo e la maturazione delle cellule staminali prodotte nel midollo osseo. L’esperimento ha funzionato anche nei topi nei quali erano state iniettate cellule staminali leucemiche umane, nei quali la vitamina C è riuscito ad arrestarne la proliferazione.
I ricercatori spiegano che una terapia basata su iniezioni di vitamina C e altri farmaci, in particolar modo nei pazienti anziani che non possono tollerare la chemioterapia, potrebbe rappresentare un metodo efficace per contrastare il progresso delle leucemie e malattie affini. Per quanto concerne la prevenzione, tuttavia, non sarebbe sufficiente solo mangiare arance ricche di vitamina C, dato che la concentrazione è troppo scarsa rispetto a quello efficace per via endovenosa.