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Le Marmot cities approdano in Italia contro le diseguaglianze di salute
Favorire buone pratiche e iniziative per contribuire alla riduzione delle disuguaglianze di salute nelle città italiane, come già avviene in altre realtà urbane d’Europa e nel mondo. È questo l’obiettivo primario della ‘Rete Italiana delle Città per l’Equità della Salute’, network che si ispira ai principi delle cosiddette ‘Marmot cities’, che prendendo il nome dal ricercatore Sir Michael Marmot che ha enunciato gli otto principi chiave per ridurre le disuguaglianze di salute, hanno mosso i primi passi in Inghilterra per poi espandersi anche in altri paesi. Già a partire dall’autunno l’Istituto Superiore di Sanità, coordinatore della nascente Rete, promuove la raccolta delle adesioni con la pubblicazione della Manifestazione di interesse che, appunto, si basa sugli otto principi di Marmot:
- Give every child the best start in life (Dai a ogni bambino il migliore inizio della vita)
- Enable all children, young people and adults to maximise their capabilities and have control over their lives (Permetti a tutte le persone di massimizzare ed esercitare il controllo sulla propria vita)
- Create fair employment and good work for all (Assicura un lavoro equo per tutti)
- Ensure healthy standard of living for all (Garantisci alti standard di vita per tutti)
- Create and develop healthy and sustainable places and communities (Crea e sviluppa luoghi comunitari salutari e sostenibili)
- Strengthen the role and impact of ill health prevention (Rafforza il ruolo e l’impatto della prevenzione delle malattie)
- Tackle discrimination, racism and their outcomes (Affronta la discriminazione e il razzismo, comprese le loro conseguenze)
- Pursue environmental sustainability and health equity together (Persegui la sostenibilità ambientale e l’equità in salute allo stesso momento).
“La lotta alle disuguaglianze di salute, per una salute più equa e sostenibile per tutte e tutti – fa sapere il presidente dell’Iss Rocco Bellantone – deve essere una priorità per il nostro paese. L’Istituto, con le sue competenze che vanno dalla ricerca alla prevenzione alla sorveglianza, è la ‘casa ideale’ per il coordinamento di questa rete”.
L’iniziativa è rivolta a tutti i principali attori che operano a livello territoriale, come le amministrazioni locali, i servizi sanitari e di cura, le organizzazioni che promuovono l’attivismo dei cittadini, le associazioni di volontariato, quelle religiose e della comunità, con l’obiettivo di creare una rete per la messa a punto e l’implementazione di strategie contro le disuguaglianze. “L’azione locale è centrale poiché risponde alle condizioni in cui le persone nascono, crescono, lavorano, vivono e invecchiano. Il Comune – precisa Raffaella Bucciardini, coordinatrice del progetto per conto dell’Iss – costituisce il naturale ‘ombrello’ sotto cui realizzare azioni mirate per la riduzione delle disuguaglianze che tengano conto dei determinanti sociali di salute”.