Si pensava fossero un lontano ricordo e invece come nelle migliori storie bibliche eccole tornarle direttamente dagli anni ’90 e alle porte dell’estate. È allarme nel Nord Est d’Italia, in modo particolare in Emilia Romagna, dove l’incidenza è molto alta, tanto che – fanno sapere i media locali – “capita di vedere famiglie che vanno in pronto soccorso con la zecca ritrovata”. A confermarlo all’agenzia Dire è Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria dell’Università di Perugia e presidente della Simeup sezione Umbria, la Società italiana di medicina di emergenza ed urgenza pediatrica. Appartenenti all’ordine degli Ixodidi, nella classe degli Arachnidi, la medesima di ragni, acari e scorpioni, le zecche, sono parassiti esterni, con dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro sulla base della specie e dello stadio di sviluppo. Il corpo, rotondo e il capo è munito di un apparato boccale capace di penetrare la cute e succhiare il sangue. Diffuse in tutto il mondo, esistono circa 900 specie raggruppate in tre famiglie, di cui le principali sono le Ixodidae (zecche dure) e le Argasidae (zecche molli): le prime hanno un caratteristico scudo dorsale chitinoso e comprendono 5 generi (Ixodes, Hyalomma, Rhipicephalus, Dermacentor, Haemaphysalis), le seconde, quelle cosiddette molli essendo prive di scudo dorsale, sono presenti con i generi Argas (da piccione) e Ornithodorus (da uccelli). Naturalmente le zecche sono presenti in tutta Italia tanto che oltre all’allarme che interessa il territorio emiliano romagnolo, altri casi – seppur minori – si ravvisano anche in Liguria e nel Sud Italia, come in Sicilia.
Come avviene in questi casi, la prima cosa da fare è corriere ai ripari per evitare qualsiasi contatto. Ai genitori è richiesto di far indossare ai figli pantaloni lunghi, riparandoli da un contatto diretto con il suolo grazie all’utilizzo di un telo che separi la pelle dal prato. Inoltre l’igiene anche in questo caso risulta del tutto fondamentale: lavarsi con cura e controllare che il proprio bambino non abbia zecche sul corpo sono le due attenzioni quotidiane che non possono mancare. Una volta trovata una zecca sulla pelle va immediatamente rimossa dal momento che un’attesa prolungata potrebbe causare conseguenze serie con il presentarsi di sintomi più gravi. Quali? Questi animaletti possono trasmettere all’uomo diverse patologie: la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, febbre Q, la babesiosi e l’encefalite virale. Inoltre, le patologie infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese sono principalmente:
- l’encefalite da zecca o Tbe (causata da un virus)
- la malattia di Lyme, causata dal batterio borrelia
- la rickettsiosi (trasmessa principalmente dalla zecca dei cani)
- la febbre ricorrente da zecche
- la tularemia
- la meningoencefalite da zecche
- l’ehrlichiosi.
Come informano gli esperti, buona parte di queste malattie può essere diagnosticata sul piano clinico, ma una pronta terapia antibiotica, nelle fasi iniziali, è generalmente risolutiva in particolar modo per le forme a eziologia batterica. Solo raramente (fino al 5% dei casi) e in soggetti anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita. Tra le altre la “borrelliosi di Lyme” è quella più in espansione nel Nord Est del paese: nel caso di un morso, una volta in pronto soccorso deve essere immediatamente prescritta la terapia antibiotica per il Lyme. Infatti per una pronta guarigione è fondamentale una terapia che evitila comparsa delle prime manifestazioni cutanee, spesso sotto forma di eritema, a cui possono aggiungersi anche sintomi neurologici che richiedono terapie per via endovenosa.