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Lenti a contatto? Non al mare o in piscina
Gli oculisti esortano tanto gli adulti quanto i bambini a togliere le lenti a contatto prima di ogni immersione sia in acqua salata che in piscina.
Una delle difficoltà maggiori e più comuni affrontate da coloro che hanno gli occhiali da vista si presenta al mare o in piscina e cioè nel momento del bagno, quando diventa davvero difficile e faticoso fisicamente riuscire a nuotare senza avere con sé il fedelissimo compagno con le asticelle. Tuttavia, uno dei pericoli principali per gli occhi è rappresentato dal sole che sposando gli effetti procurati dal sale o dal cloro delle acque in cui ci tuffiamo può minacciare seriamente la loro salute. Secondo molti infatti il problema si risolve sostituendo gli occhiali con le lenti a contatto. In verità, gli oculisti esortano tanto gli adulti quanto i bambini a toglierle prima di ogni immersione sia in acqua salata che in piscina. L’acqua marina può alterare la curvatura della lente a contatto con conseguente riduzione dell’ossigenazione della cornea e tollerabilità della stessa. Il cloro, d’altra parte, potrebbe essere assorbito dalla lente a contatto ed essere tossico per la cornea con conseguenti alterazioni dell’epitelio corneale. In entrambi i casi queste situazioni di irritazione e sofferenza congiuntivale e corneale potrebbero aprire la strada a contaminazioni batteriche, virali e fungine.
Molti esperti con l’arrivo della stagione estiva consigliano di proteggere la vista dall’azione dei raggi ultravioletti indossando dei comunissimi occhiali da sole, che non devono essere necessariamente di tendenza ma devono avere lo scopo di difendere gli occhi. Grazie a questo semplice schermo si contribuisce a ritardare l’insorgenza della cataratta e, inoltre, si evita che i raggi UVA e UVB possano danneggiare la retina e la pelle intorno agli occhi. Chiaramente le condizioni cambiano se siamo al mare o in piscina.
È cosa nota che l’acqua delle piscine contiene il cloro, una sostanza chimica utilizzata per impedire la crescita e la proliferazione batterica all’interno della vasca. È, inoltre, una sostanza indispensabile per tenere le piscine pulite e disinfettate ma può causare disturbi sia alla pelle che agli occhi. I disturbi causati dal cloro possono essere differenti, dal semplice fastidio oculare al bruciore, irritazione fino a congiuntiviti o cheratocongiuntiviti. In alcuni casi questo dipende da una particolare sensibilità degli occhi maggiormente accentuata nei soggetti atopici ma spesso può dipendere da una reazione oculare a particolari componenti chimiche che si accumulano nell’acqua quando non viene trattata nel modo giusto.
Per queste date ragioni è quanto mai doveroso utilizzare sempre gli occhialini da nuoto che costituiscono una barriera protettiva per gli occhi. Nel caso non si avessero a disposizione gli occhialini da nuoto è sconsigliato immergersi sott’acqua con gli occhi aperti. Terminato il bagno in piscina o la nuotata è molto importante fare una doccia con acqua dolce avendo cura di risciacquare bene il viso, gli occhi e le orecchie.
Gli occhialini da nuoto, in verità, sono consigliati tanto in piscina quanto al mare. L’acqua marina, infatti, può raccogliere in sé diversi pericoli: l’alto grado di presenza di sodio è irritante per gli occhi che se non vengono protetti adeguatamente, possono bruciare, irritarsi, infiammarsi o essere soggetti ad arrossamenti oculari che possono aprire la strada a congiuntiviti o altre patologie oculari di entità più o meno grave.
Secondo gli esperti, è inoltre buona norma utilizzare gli occhiali da sole anche quando si è in acqua poiché i raggi ultravioletti vengono riflessi dal mare così come dalla sabbia e possono causare della patologie più o meno serie come ad esempio la cheratocongiuntivite attinica.