Aaa cercasi pesce disperatamente. È questo l’Sos lanciato dall’Europa il 9 luglio dopo aver esaurito letteralmente le riserve ittiche a disposizione. A comunicarlo è il WWF annunciando il Fish Dependence Day, che identifica simbolicamente la fine per l’Europa di pesce, molluschi e crostacei da approvvigionamento interno. A questo punto si avviano le importazioni e la dipendenza dal pesce estero, fino a dicembre 2019. L’organizzazione coglie l’occasione per tornare a lanciare l’allarme sul “drammatico stato in cui versano gli oceani e il Mediterraneo in cui ad oggi, l’88% degli stock ittici monitorati risulta sovrasfruttato”, si legge nella nota diramata.
Per incoraggiare i consumatori ad adottare comportamenti maggiormente responsabili, il WWF ha messo online il banco del pesce interattivo, un canale interattivo grazie al quale si può verificare – giocando con il quizzone in cui ci si imbatte – la sostenibilità delle proprie scelte di acquisto. Una situazione che non riguarda solo l’Europa ma anche il mercato ittico italiano che ha terminato l’equivalente della propria produzione annua il 6 aprile 2019. In poco più di tre mesi, precisa il WWF, abbiamo consumato l’equivalente dell’intera produzione ittica annuale interna: la nostra domanda di consumo è talmente alta da eccedere di circa 3 volte il supporto alimentare che pesca e acquacoltura nel Mediterraneo possono sostenere. Non a caso gli italiani sono tra i maggiori consumatori in Europa con in media circa 29 kg di pesce a persona all’anno (la media pro capite europea è di 22,7 kg/anno).
Importare pesce significa in buona sostanza acquistare pesce straniero. Un elemento, quello della provenienza del pescatp, per niente gradito da Coldiretti Impresapesca, secondo cui sono stranieri quasi 8 pesci su 10 consumati in Italia. “La mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante – scrive l’associazione di categoria – consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy”. Nei mari italiani annualmente si pescano circa 180 milioni di chili di pesce cui vanno aggiunti gli oltre 140 milioni di kg prodotti in acquacoltura, mentre le importazioni dall’estero hanno ormai superato il miliardo di chili, secondo un’analisi su dati Istat relativi al 2018.