Il polo ospedaliero universitario di Modena si conferma ancora una volta riferimento nazionale per la chirurgia robotica grazie all’integrazione tra Policlinico e Baggiovara.
La chirurgia robotica con attività multidisciplinare sta crescendo sempre di più nelle realtà ospedaliere italiane. Mutua Mba, società di mutuo soccorso, ha trattato più volte l’argomento sottolineando l’importanza e l’efficacia di robot in sala operatoria che, rispetto alla chirurgia tradizionale, consentono più precisione, più flessibilità, più controllo, più sicurezza e minore invasività.
I vantaggi offerti dal Robot “Da Vinci”, come la mininvasività, l’ingrandimento del campo operatorio e la precisione dei movimenti assicurano quindi minori complicanze, ed un più favorevole e rapido decorso post-operatorio.
Il polo ospedaliero universitario di Modena si conferma ancora una volta riferimento nazionale per la chirurgia robotica grazie all’integrazione tra Policlinico e Baggiovara.
Sono stati eseguiti di recente diversi interventi chirurgici che hanno confermato l’efficacia dei robot e l’attività multiequipe.
E’ stato rimosso un tumore alla prostata su un uomo di 68 anni che aveva anche un’ernia jatale.
L’ernia jatale è una patologia piuttosto diffusa e consiste nello spostamento di parte dello stomaco nel torace attraverso un foro del diaframma (muscolo che nel corpo umano divide il torace dall’addome) che prende il nome di iato diaframmatico. L’operazione chirurgica riporta la parte di stomaco fuoriuscita nella sua sede originaria (addome), ricostruendo con dei punti lo iato diaframmatico. Un tempo la riparazione poteva essere eseguita solo in chirurgia aperta; oggi il gold standard è la chirurgia mini-invasiva: laparoscopica o robotica (quando presente), meno traumatiche, che permettono un veloce decorso post operatorio per il paziente, diminuiscono il rischio di infezioni e accelerano i tempi di guarigione.
“La prostatectomia radicale – ha spiegato il prof. Giampaolo Bianchi – è un intervento che nel nostro centro viene eseguito quasi esclusivamente con tecnica robotica. Tale approccio chirurgico permette notevoli vantaggi: minore incontinenza e maggiore tasso di ripresa della funzione erettile. All’inizio solo i pazienti con carcinoma prostatico intracapsulare ricevevano l’indicazione alla chirurgia robotica, ma ora anche i casi avanzati beneficiano di questa tecnica. In tutti pazienti infatti si riscontrano notevoli vantaggi. La degenza postoperatoria è di 3 giorni”. Il robot migliora la continenza a distanza di un mese dalla rimozione del catetere vescicale nell’ 80% dei casi e a un anno nel 97 %. La ripresa della funzione erettile avviene globalmente nel 63 % dei pazienti, ma raggiunge una percentuale vicino all’80 nei pazienti sotto i 65 anni.
Il robot si muove agevolmente attorno al paziente consentendo una chirurgia multiequipe in grado così di rimuovere, in un unico intervento due patologie. Questo il caso dell’equipe di Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie – guidata dalla dottoressa Micaela Piccoli – e quella chirurgica di Ginecologia – guidata dal dottor Carlo Alboni – che ha rimosso, durante lo stesso intervento, un tumore all’utero ed un tumore dello stomaco, su una paziente di 66 anni.
Quali sono stati i vantaggi?
“Nel caso del tumore dello stomaco – ha spiegato la dottoressa Micaela Piccoli – la chirurgia robotica ci ha permesso di eseguire un intervento di gastrectomia subtotale, per via mini-invasiva, con grandi benefici nel postoperatorio per la paziente, soprattutto in termini di più rapida ripresa dell’alimentazione e ritorno alla sua normale vita relazionale. Si tratta non solo di un intervento demolitivo, ma anche ricostruttivo, in genere eseguito, nella maggior parte dei Centri chirurgici italiani, solo per via aperta. La robotica facilita l’approccio mini-invasivo, superando molte delle difficoltà tecniche legate ad un’ampia linfadenectomia e alle suture anastomotiche. L’intervento associato ad un’altra procedura complessa ginecologica ha evitato due interventi successivi che sarebbero stati necessariamente ravvicinati”.
“La possibilità di trattamento multidisciplinare è stata determinata da un perfetto coordinamento nella fase preparatoria dei percorsi diagnostici e di inquadramento clinico delle patologie gastrica ed uterina che ritengo abbia offerto davvero un risultato di reale approccio mini-invasivo alla patologia producendo un basso impatto psicofisico sulla integrità della paziente parallelamente ad un corretto trattamento chirurgico”, ha detto il dottor Carlo Alboni. “La paziente con il tumore dell’endometrio, cioè del corpo dell’utero aveva un quadro complesso di gestione di altre co-patologie fra le quali l’aumentato peso corporeo che in alcuni casi controindica la tecnica mini-invasiva per le difficoltà di gestione della respirazione controllata dalle macchine durante la laparoscopia classica. Il robot da Vinci ci ha permesso di eseguire l’intervento senza taglio sull’addome e questo ha ridotto notevolmente i tempi chirurgici, il rischio di infezione e la perdita ematica producendo sin dalla sala operatoria un enorme vantaggio clinico per la paziente”.
La possibilità di trattamento multidisciplinare è stato determinato da un perfetto coordinamento nella fase preparatoria dei percorsi diagnostici e di inquadramento clinico delle patologie gastrica ed uterina che ritengo abbia offerto davvero un risultato di reale approccio mini-invasivo alla patologia producendo un basso impatto psicofisico sulla integrità della paziente parallelamente ad un corretto trattamento chirurgico