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L’isteroscopia diventa digitale, al Gemelli uno dei centri più innovativi al mondo
La prima letteratura risale agli anni ’60 dell’Ottocento anche se le descrizioni più accurate sull’argomento le troviamo esattamente un secolo più tardi, nel 1964. Parliamo dell’isteroscopia, ovvero della procedura ginecologica che consente di osservare l’interno dell’utero, di diagnosticare ed eventualmente trattare diverse condizioni patologiche a carico della cavità. Oggi, a distanza di circa sessant’anni siamo in grado di superare il classico metodo facendo spazio – anche in questo caso – a una metodica di carattere digitale. L’innovazione arriva dal policlinico ‘Gemelli’ e, più nello specifico, dal centro ‘Class Hysteroscopy’ che compie 4 anni forte di ventitremila procedure effettuate dal 2021.
Questo centro innovativo (il terzo inaugurato nel mondo, ma al momento il principale per spazi e volumi di attività) offre alle pazienti una diagnostica all’avanguardia per le lesioni della cavità uterina e consente di trattare patologie benigne, maligne (anche con un’attenzione particolare alla preservazione della fertilità) e malformative in regime ambulatoriale o in day surgery.
Quando parliamo dunque isteroscopia ‘digitale’ dobbiamo associare al classico esame endoscopico l’integrazione di immagini ecografiche bi o tridimensionali (2D o 3D) che assicurano una migliore definizione del quadro patologico e del suo trattamento. Il centro specialistico del ‘Gemelli’ è dotato di tre sale operatorie e integra tecnologia digitale avanzata, con ecografi 3D e strumenti isteroscopici miniaturizzati, offrendo diagnosi e trattamenti personalizzati per un’ampia gamma di patologie endouterine.
“Questa procedura – fa sapere in una nota stampa del nosocomio romano la dottoressa Valeria Masciullo, responsabile della UOS di isteroscopia chirurgica, Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – è indicata per lo studio e/o il trattamento di tutte le patologie intra-uterine ed intra-miometriali, dalla patologia benigna (polipi endometriali, fibromi uterini, adenomiosi, aderenze intra-uterine) a quella maligna (dal trattamento conservativo del tumore dell’endometrio, nelle donne in età fertile, alla definizione diagnostica dei tumori destinati alla chirurgia radicale)”.
Foto: Ufficio stampa Ospedale ‘Gemelli’