“Rischio microbiologico per presenza di Salmonella“. Non ci sono dubbi per il Ministero della Salute che ha ordinato il ritiro dal mercato di un lotto di Croissant Bauli con scadenza al 30 novembre prossimo. Nello specifico, si tratta dei “croissant a lievitazione naturale con crema al latte” la cui confezione pesa 300 grammi. Il Ministero avvisa i consumatori a non consumare il prodotto, riconsegnando le eventuali confezioni al punto vendita di acquisto.
La produzione ritirata dal mercato arriva dagli stabilimenti Bauli in provincia di Verona, nello specifico da Castel D’Azzano. La raccomandazione del Ministero per i consumatori è di non consumare i croissant appartenenti al lotto interessato al richiamo, ma di restituirli, il prima possibile, al negozio dove il prodotto è stato acquistato. Occorre precisare inoltre che tutti i prodotti della stessa azienda, i cui lotti e date di scadenza risultano diversi da quelli segnalati, possono essere consumati tranquillamente.
La salmonellosi prende il nome dal batterio del genere salmonella che è il più comunemente isolato nei casi di infezioni trasmesse da alimenti. Questo batterio si presenta in natura con più di duemila varianti, ma i ceppi più diffusi nell’uomo e nelle specie animali sono la “salmonella enteritidis” e la “salmonella typhimurium”. Le infezioni provocate da questo agente batterico si distinguono in forme tifoidee e non tifoidee. Le prime sono risultato della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere e l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo. Le seconde invece rappresentano una delle cause più frequenti di intossicazioni alimentari nel mondo industrializzato. Questa riguarda il lotto della Bauli.
La trasmissione dell’infezione generalmente avviene per via oro-fecale attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate o per contatto con oggetti o piccoli animali in cui siano presenti le salmonelle. I veicoli principali di diffusione sono gli alimenti. Tra quelli più a rischio troviamo le uova crude o poco cotte e derivati, il latte crudo e derivati, la carne e derivati, salse e condimenti per insalate, preparati per dolci e creme, frutta e verdura contaminate durante il taglio. Per poter scatenare l’infezione, però, è necessaria la colonizzazione massiva dell’alimento da parte dell’agente patogeno prima dell’ingestione. Il cibo contaminato è impossibile riconoscerlo perché non presenta alterazioni di colore, odore, sapore e consistenza.
Tra i sintomi dell’infezione troviamo i dolori addominali, nausea, vomito e dissenteria spesso accompagnanti da febbri più o meno alte. I primi disturbi si manifestano tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati, ma più comunemente tendono a presentarsi dopo 12-36 ore, protraendosi per 4-7 giorni. Il decorso della patologia è, nella maggior parte dei casi, benigno e non richiede il ricovero in ospedale.