Mal di testa cronico? “Per la prima volta abbiamo una cura specifica, una terapia biologica, come quelle che vengono impiegate nella cura dei tumori che agisce in modo specifico”
L’annuncio arriva dal San Raffaele Pisana di Roma: si tratta di “una cura rivoluzionaria per prevenire l’emicrania cronica di tipo specifico e selettivo”
Alzi la mano chi non ha mai sofferto di mal di testa. Ognuno di noi ha sicuramente avuto occasione di sperimentare una crisi, almeno una volta nella vita, per ragioni diverse. Nel nostro Paese colpisce quasi cinque milioni di persone, e ogni anno almeno 12 milioni di giornate lavorative sono perse a causa del mal di testa, il che comporta un costo sociale pari a oltre 6000 miliardi solo per la perdita di produttività. È uno dei disturbi in assoluto più diffusi: una percentuale variabile tra il 70 ed il 90% della popolazione generale soffre di almeno un attacco di cefalea l’anno e solo il 10% delle persone può riferire di non averne mai sofferto nel corso della propria vita. Molti soffrono di emicrania cronica, hanno cioè almeno 15 giorni di mal di testa al mese da almeno 3 mesi consecutivi. In Italia si calcola che ogni anno vengano effettuate almeno 4 milioni di visite proprio a causa delle cefalee, e che per la maggioranza dei pazienti questo disturbo sia così debilitante da influire pesantemente sui normali ritmi di vita, di relazione e di lavoro. Spesso le crisi sono così intense da impedire qualsiasi attività. Proprio per questo, la cefalea viene definita come una vera e propria malattia sociale; chi ne soffre viene a volte fortemente limitato anche quando sta bene, poiché vive il timore che possa presentarsi una nuova crisi come un vero e proprio incubo.
Mutua Mba, la più grande mutua sanitaria italiana per numero di soci, ha tra i suoi obiettivi quello di garantire una corretta informazione e guarda con estremo interesse a tutte le scoperte volte a migliorare la salute e la vita delle persone. Vediamo quindi di cosa si tratta.
Il San Raffaele Pisana è stato il primo istituto in Europa, e tra i primi al mondo, a raggiungere questo obiettivo con anticorpi monoclonali anti-CGRP; il “vaccino” è stato testato su una giovane ragazza italiana che soffre di emicrania cronica. Come ha spiegato Piero Barbanti, responsabile del Centro per la diagnosi e terapia delle cefalee e del dolore dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma, sostanzialmente l’anticorpo monoclonale agisce come un vero e proprio “cecchino”, perché riesce a individuare con estrema precisione il colpevole prima che inneschi il meccanismo che provoca l’emicrania. “I risultati sperimentali pubblicati finora sono molto promettenti e indicano una riduzione degli attacchi superiore al 62% dopo 3 mesi e un’alta percentuale di responder (74%)”. Il trattamento dura nove mesi, l’anticorpo deve essere iniettato sottocute una volta al mese e la tollerabilità sembra essere al momento buona e senza effetti collaterali, a differenza dei farmaci, che possono invece indurre sonnolenza, astenia e aumento di peso. Farmaci, tra l’altro, che non sono nemmeno una cura specifica, ma terapie “riciclate”, cioè nate con l’obiettivo di curare altre malattie, come l’ epilessia, l’ipertensione, la tachicardia, e con una valenza anti-emicrania scoperta quasi per caso. “Per la prima volta abbiamo una cura specifica, una terapia biologica, come quelle che vengono impiegate nella cura dei tumori che agisce in modo specifico”, ha precisato Barbanti.
Sicuramente, per chi soffre di emicrania cronica, rappresenta una vera e propria rivoluzione, anche perché si tratta di una terapia facile da seguire che potrà certamente avere conseguenze positive anche dal punto di vista psicologico. Non si dovrà più subire il mal di testa, correre in farmacia, o cercare pastiglie di Moment nella borsa.
Attenzione, però: “Curare un mal di testa complesso – ha sottolineato Barbanti -non può mai tradursi in un ‘mi dia una cura’: al paziente è richiesto un attento monitoraggio degli attacchi, un contenimento dell’uso improprio di analgesici e un trattamento delle eventuali situazioni (vedi stress, depressione, ansia) che alimentano la sua patologia”.
Per adesso, il trattamento sperimentale è destinato solamente ai soggetti che soffrono di emicrania cronica, ma dalla seconda metà del 2016, al San Raffaele sarà accolto anche chi ne soffre sporadicamente.