Lavoratrici, relativamente giovani e a favore del cesareo. Sono questi i due elementi principali che compongono la carta d’identità della partoriente tipo italiana e fornita, sulla base dei dati 2019, dall’Ufficio di Statistica del Ministero della Salute attraverso il Rapporto Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP). L’88,8% dei parti avvenuti 2019 è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, l’età media delle madri italiane è di 33 anni e il 55% di queste ha un’occupazione lavorativa. Il Rapporto annuale che fotografa di fatto le nascite in Italia rappresenta su scala nazionale la più ricca fonte di informazioni sanitarie, epidemiologiche e socio-demografiche relative all’evento nascita, rappresentando uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria nazionale e regionale. La rilevazione relativa all’anno 2019, costruita sulla base di riferimento di 386 punti nascita, presenta un elevato livello di completezza. La qualità dei dati risulta buona per gran parte delle variabili, in termini sia di correttezza sia di completezza.
Nel 2019, il 21% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. Tale fenomeno è più diffuso nelle aree del Paese con maggiore presenza straniera. Le aree geografiche di provenienza più rappresentate, sono quella dell’Africa (27,6%) e dell’Unione Europea (22,1%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il 20,2% ed il 7,8% delle madri straniere. L’età media della madre è di 33 anni per le italiane mentre scende a 30,7 anni per le cittadine straniere. L’età media al primo figlio è per le donne italiane, quasi in tutte le Regioni, superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 28,7 anni. Delle donne che hanno partorito nell’anno 2019 il 42,9% ha una scolarità medio alta, il 25,9% medio bassa ed il 31,2% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (43,8%).
L’analisi della condizione professionale evidenzia che il 55,0% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 28,6% sono casalinghe e il 14,2% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partorito nel 2019 è per il 52,7% quella di casalinga a fronte del 62,3% delle donne italiane che hanno invece un’occupazione lavorativa.
La donna al momento del parto fortunatamente non è da sola: nel 92,9% dei casi al suo fianco c’è il padre del bambino, nel 5,7% almeno un familiare e nell’1,3% un’altra persona di riferimento. Si conferma il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. In media, nel 2019 il 31,8% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali. I dati rilevano una tendenza alla diminuzione in linea con le indicazioni delle “Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”.