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Mangiarsi le unghie: è un vizio o un disturbo ossessivo-compulsivo?

Mangiarsi le unghie è un atteggiamento molto diffuso. Ma qual è la causa scatenante e perché è così difficile smettere? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Cozzolino, psicologa-psicoterapeuta.

Mangiarsi le unghie è un atteggiamento molto diffuso.
Questo disturbo, noto anche con il nome di onicofagia, sembra colpire maggiormente bambini e adolescenti tra i 12 e i 18 anni.
Secondo alcuni studi in materia, la caratteristica del vizio colpisce tutti e può essere passeggera o costante. Il sintomo principale è l’incapacità di resistere ad un impulso, alla tentazione di compiere un’azione dannosa per la salute. Un altro aspetto è legato all’estetica del gesto, le unghie morsicate non sono certamente un bel vedere, soprattutto nelle donne. A quanti è capitato di pentirsi dopo essersi mangiati per l’ennesima volta le unghie?
Qual è la causa scatenante e perché è così difficile smettere?
Per Mutua Mba risponde la dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa-psicoterapeuta.
“Mangiarsi le unghie è un vizio molto diffuso che spesso diviene un disturbo ossessivo-compulsivo. Tali disturbi riguardano quei comportamenti di cui non si riesce a fare a meno, quelli che appartengono alla sfera degli impulsi a cui non sappiamo resistere, che non riusciamo a gestire. Come tanti altri, anche questo rientra nella sfera dei disturbi d’ansia. Il sollievo e il piacere momentaneo legati all’atto di mordicchiare hanno il potere di scaricare stress e carica emotiva. Sono pochi, tuttavia, i mangiatori pentiti. Non tutti, infatti, trovano le proprie mani esteticamente brutte e soprattutto sono disposti a rinunciare a questa sorta di suzione così rilassante e a portata di mano.
Non è facile individuare una causa scatenante universale. La mia esperienza clinica mi ha più volte dimostrato che si tratta prevalentemente di soggetti non pronti al distacco. Distaccati troppo precocemente da abitudini e bisogni necessari al neonato-bambino che sono stati l’allattamento al seno o il ciuccio. Le mani sono una compensazione di un bisogno non esaudito, a volte ‘semplicemente’ per la nascita di un fratellino”.
Dottoressa, secondo una recente teoria, diffusa dall’American Psychiatric Association, l’onicofagia può far parte delle malattie mentali come disturbo ossessivo-compulsivo, lei cosa ne pensa?
“Penso che il termine ‘malattia mentale’ sia eccessivo e fuorviante, ma di certo si tratta di un disturbo compulsivo”.
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Secondo uno studio neozelandese, pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, condotto su un campione di mille persone tra i 5 e i 32 anni, controllate periodicamente, è emerso che i bambini che si mangiano le unghie e si succhiano il pollice hanno meno possibilità di sviluppare allergie. La risposta ai risultati dello studio è stata quella che il “vizio” rafforza il sistema immunitario in tenera età.
Dottoressa Cozzolino, è cosi?
“Sicuramente sì, le mani sono spesso sporche considerando tutti gli oggetti con cui entrano comunemente in contatto. Non considererei questo fattore, tuttavia, una bella notizia. Come dicevamo, molti non hanno alcuna intenzione di smettere, almeno fin quando non avranno voglia di risolvere il bisogno orale che questa abitudine nasconde. Molti, tra quelli che smettono, lo fanno solo verso la maggiore età, momento in cui in bocca al posto delle mani mettono la sigaretta”.
Alla luce di quanto detto, quali sono i suoi consigli per coloro che non riescono proprio a smettere di morsicarsi le unghie?
“Non posso dare molti consigli se non uno: mordicchiarsi le unghie è una consolazione. Le mani in bocca sono il ciuccio di chi non ha più l’età per usarlo. Una dipendenza orale che viene, con ogni probabilità, da qualcosa di irrisolto con la figura materna. Per smettere bisogna fare i conti con questo vuoto”.
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