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Mangimi, dal Ministero arriva la certezza sui controlli in tutta Italia
Riflettori sempre accesi e massima attenzione. È questo in sintesi il resoconto fornito dal Ministero della Salute sulle attività di controllo sulla filiera dei mangimi svolte sul territorio nazionale. Sono 25.782 le ispezioni effettuate presso gli operatori del settore dei mangimi dove sono stati riscontrati 1101 casi di non conformità strutturali degli impianti o manageriali, ovvero nella gestione delle attività a riprova di una reale e comprovata efficacia dell’attività di controllo. Rispetto ai 10.836 campioni ufficiali sono, invece, 97 le non conformità rilevate all’analisi, pari allo 0,89% del totale. I dati rivelano, nel complesso, una sostanziale rispondenza dei mangimi alla normativa con il 99,11% del totale risultato conforme alle analisi di laboratorio.
I controlli, coordinati dal Ministero della Salute, sono eseguiti dai Servizi Veterinari delle Aziende sanitarie locali sotto la supervisione dei Servizi Veterinari Regionali. La stessa attività di controllo sui mangimi importati da paesi terzi o in arrivo dai Paesi dell’Unione è effettuata rispettivamente dai Posti di Ispezione Frontaliera (PIF) e dagli Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC).
Intanto, mentre in Italia proseguono serrati i controlli sui mangimi per animali, il Journal of the Science of Food and Agriculture (JSFA), sulla base di una ricerca svolta dal team degli esperti dell’Università di Gottinga (Germania), informa che fonti proteiche alternative agli alimenti di origine naturale nei polli, come spirulina o insetti, manterrebbero inalterate le caratteristiche nutrizionali della carne. Ragione per cui ben presto l’Europa potrebbe acconsentire alle alimentazioni alternative come mangime per il pollame, in modo da favorire la sostenibilità. Del resto, non ci si stupirebbe: al momento infatti l’Unione Europea autorizza l’allevamento di insetti destinati al consumo umano e all’alimentazione dei pesci.
“La crescente domanda di prodotti di origine animale – commenta Daniel Morlein, professore ordinario all’Università di Gottinga – rende necessaria la ricerca di cibi alternativi altamente proteici, nonostante la crescente diffusione di diete vegane e vegetariane anche in Occidente. È essenziale tuttavia che le fonti proteiche del futuro soddisfino requisiti di sostenibilità e caratteristiche nutrizionali”.
Proprio in Germania sono attualmente in corso veri esperimenti per l’allevamento di insetti e la coltivazione di microalghe al fine di evitare eventuali cambiamenti nell’uso del suolo destinati al consumo umano. Le microalghe rappresentano oggetto di ricerca come alternativa per biocarburanti, mangimi per animali e per l’alimentazione umana, anche se il costo di produzione è relativamente più alto rispetto alla farina di soia.