È balzata all’onore delle cronache in due occasioni, una certamente più lieta e felice dell’altra: nel 2011, quando l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump le diede della “ritardata” e, nel 1987, per aver vinto il premio Oscar alla migliore attrice per il film “Figli di un dio minore“, pellicola basata sull’opera teatrale omonima del 1980 di Mark Medoff e incentrata su una comunità di sordomuti. Si perché Marlee Beth Matlin è un’attrice non udente che nel corso della sua carriera ha raggiunto risultati che nessuno mai, prima di lei, aveva ottenuto. Tornata anche quest’anno agli Oscar, ma come produttrice esecutiva di un cortometraggio dal vivo chiamato “Feeling Through”, la Matlin è ora protagonista del piccolo schermo con “Coda”, film diretto da Sian Heder che accende i riflettori su una famiglia culturalmente sorda che gestisce un’attività di pesca.
Completamente sorda dall’orecchio destro e all’80% da quello sinistro sin da ragazza a causa di una malformazione genetica alla coclea (nell’orecchio), è un membro della National Association of the Deaf, vero e proprio ente nazionale dei sordi. Proprio nel corso di quest’anno, in Italia si è svolto un intervento chirurgico atto a individuare una soluzione a questo tipo di malformazioni uditive che spesso riguardano i più piccoli. Il paziente su cui l’équipe di Otorinolaringoiatria dell’Aou di Sassari, guidata dal professore Francesco Bussu, ha impiantato il primo impianto cocleare, ha sette anni. Si tratta di un organo artificiale, con tutte le caratteristiche di un “orecchio bionico”, che permette a persone non udenti di percepire i suoni esterni e del linguaggio. Il bambino operato avrà una vita e una socialità normali là dove, senza l’impianto, sarebbe stato destinato al sordomutismo.
Annualmente in Italia nascono circa 2 mila bambini con gravi problemi all’udito, che rischiano di essere penalizzati se questi disturbi non vengono individuati nell’immediato e trattati adeguatamente. In occasione della Giornata mondiale dell’Udito, che si celebra ogni anno il 3 marzo, dal Ministero della Salute e da tutte le associazioni e realtà attiva su questo fronte sono promosse campagne di informazione e di sensibilizzazione che riguardano tanto le famiglie, quanto la scuola, primo attore che deve favorire l’integrazione degli studenti con disabilità, che le strutture sanitarie pubbliche e private. In questo senso, proprio per garantire al bambino o alla bambina una vita “normale” e nel segno della socialità, la logopedia rappresenta un sostegno essenziale per la crescita e l’acquisizione del linguaggio nel bambino. Naturalmente, la prognosi riabilitativa cambia se al bambino è stato diagnosticato tempestivamente il deficit uditivo, quindi non riporta acute compromissioni nel linguaggio, o se l’ipoacusia viene riscontrata tardivamente.