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Mascherine e dpi in ospedale, in molti confermano l’utilizzo
Nelle strutture ospedaliere e di cura i dispositivi di protezione individuale non tornano in deposito, anzi. Nonostante l’indicazione arrivata direttamente dalla scrivania del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, secondo cui le mascherine dal 2 maggio non sono più obbligatorie, in molti ospedali italiani l’obbligo è stato confermato dalle dirigenze sanitarie.
È fatto obbligo – si legge nell’ordinanza diramata dal Governo – di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni sanitarie delle strutture sanitarie stesse. L’obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali.
Dal 2 maggio tuttavia le disposizioni, almeno per il Governo sono cambiate, ma non tutti la pensano in questo modo. In non pochi ospedali e strutture di cura e assistenza, dal nord al sud, hanno conservato questa precauzione. Il Veneto, ad esempio, ha voluto conservare, in aggiunta alle indicazioni ministeriali, una linea di maggiore prudenza. Fino a mercoledì 31 maggio, come si legge in una circolare diramata dalla Regione, verrà mantenuto in vigore l’obbligo di utilizzo della mascherina in tutti i locali interni delle strutture sanitarie e ospedaliere, anche se non adibiti espressamente all’attività sanitaria e assistenziale, ed anche nelle strutture socio-assistenziali anche non residenziali, limitatamente agli operatori. In relazione invece a pediatri e medici di base è consigliato l’utilizzo per pazienti, accompagnatori ed operatori.
Una linea di prudenza e prevenzione adottata anche dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), anche in considerazione del persistere della stagione influenzale. Le mascherine negli studi dei medici di famiglia “per il momento vanno mantenute, in attesa di indicazioni operative per i medici che verranno emanate a breve”.
Nel frattempo, in questi giorni si registra un leggero incremento dei contagi Covid in Italia, mentre i decessi restano in calo. Nella settimana dal 19 al 25 maggio si sono registrati 14.619 nuovi casi, in aumento dell’1,9% rispetto alla settimana precedente (quando erano 14.346). Sono stati 150 i decessi in 7 giorni, in flessione del 7,4% rispetto alla settimana precedente (quando erano 162). Sono i dati del bollettino settimanale del ministero della Salute, che fotografano l’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19.