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Mutualità e welfare aziendale, un rapporto in evoluzione
Il concetto di mutualità, che trova la sua concreta espressione nelle società di mutuo soccorso e nei fondi sanitari, rappresenta una soluzione innovativa per la popolazione italiana, e può trovare terra fertile anche nelle politiche di welfare aziendale che sempre più aziende hanno deciso di perseguire.
Lo scorso 14 febbraio, alla Camera dei deputati, è stato presentato il libro di Elio Bava e Vito Caldarazzo intitolato “La mutualità integrativa e assicurativa nell’area odontoiatrica”; l’evento ha rappresentato un’occasione per fare il punto sul ruolo dell’assistenza sanitaria integrativa così per come si è andato delineando negli ultimi anni e analizzare le prospettive per il futuro.
Il Servizio Sanitario Nazionale non ha più risorse sufficienti per garantire a tutta la popolazione adeguati servizi, in termini di cure e assistenza. I profondi cambiamenti economici e sociali degli ultimi anni hanno imposto una riflessione e un ripensamento del sistema di welfare: sempre più occorre pensare a modelli che possano sostenere l’arretramento e il ridimensionamento del settore pubblico. Tra il 2009 e il 2016 la spesa sanitaria del nostro Paese è rimasta sostanzialmente invariata; a variare sono state però tante altre cose: l’età media della popolazione si è alzata, si calcola che nel 2050 più del 33% della popolazione sarà over 65, e dobbiamo fare i conti anche con un grandissimo numero di migranti. Insomma, siamo di più e siamo più vecchi, ma i soldi che lo Stato mette per la nostra salute e assistenza sono sempre gli stessi. E chiaramente, il sistema non è più sostenibile.
Parallelamente, è aumentata la spesa privata – passata dai 31 miliardi del 2009 ai 36 del 2015 -, e molti cittadini hanno deciso di rinunciare alle cure, prevalentemente per motivi economici, ma anche per le lunghe liste di attesa. È in questo contesto che la sanità integrativa si sta facendo strada. È compito di quello che viene comunemente chiamato “secondo pilastro” contribuire a ridisegnare un sistema di welfare, efficiente, di qualità e organizzato, che affianchi il Servizio Sanitario Nazionale e che, oltre a garantire l’accesso alle cure, permetta anche una corretta prevenzione. Attualmente, solo una minima percentuale della spesa privata, out of pocket, è intermediata da fondi o assicurazioni; da questo punto di vista, l’Italia è indietro rispetto agli altri Paesi europei. Una maggiore diffusione della mutualità integrativa potrebbe quindi cambiare profondamente il sistema e migliorare l’accesso alle cure.
Il concetto di mutualità, che trova la sua concreta espressione nelle società di mutuo soccorso e nei fondi sanitari, rappresenta una soluzione innovativa per la popolazione italiana, e può trovare terra fertile anche nelle politiche di welfare aziendale che sempre più aziende hanno deciso di perseguire. Anche nel nostro Paese è infatti in crescita l’uso del welfare come strumento per migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti, attraverso benefit mirati alla conciliazione vita-lavoro che hanno l’obiettivo di accrescere il potere d’acquisto. Che il tema sa sempre più importante è dimostrato anche da una ricerca condotta da Doxa – Edenred, secondo cui l’89% delle aziende e il 62% dei dipendenti dà un giudizio positivo sull’adozione di politiche di welfare. Nelle grandi aziende la quota sale al 93%; tra le Pmi, il 78% considera il welfare un’opportunità e solo il 7% non lo reputa utile. Il welfare aziendale rappresenta quindi una grande opportunità, anche per permettere ai lavoratori, attraverso forme di assistenza integrative, di coprire i costi delle prestazioni sanitarie. La sanità integrativa è uno dei benefit più apprezzati dai lavoratori: ad oggi quasi in 7 milioni beneficiano di assistenza, ricorrendo il più delle volte ai Fondi Sanitari Integrativi.
La mutualità dei lavoratori è un elemento nuovo e innovativo nella contrattazione, che nel welfare può trovare quindi nuovi sbocchi: è svincolato dalle rigide logiche salariali, e considerati anche gli aspetti contributivi e fiscali, consente di assicurare ai lavoratori sempre più servizi, senza differenze. Di questo ha parlato nel corso della presentazione Carlo De Masi, segretario generale della Flaei Cisl: la mutualità integrativa deve sopperire alle carenze del pubblico, anche grazie a benefit finanziabili con la contrattazione. L’obiettivo finale deve essere disegnare un nuovo sistema di welfare, che venga incontro alle esigenze delle persone e che garantisca a tutti cure, assistenza e salute.