AAA cercasi cicogna con urgenza. È drammatico il dato anagrafico dell’Europa relativo all’ultimo ventennio e lo è, in egual modo, se proiettato su scala nazionale. Lo scorso ottobre l’allarme era stato lanciato dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, secondo cui nel 2022 non arriveremo a 400 mila nuovi nati. Un dato che certamente stona nei giorni in cui si celebrano gli otto miliardi di persone che popolano il pianeta Terra, evidente risultato di una esponenziale crescita demografica che non riguarda di molto la nostra Italia, anzi.
A quanto pare, nel 2050 gli italiani potrebbero essere cinque milioni in meno, con le nascite annue che potrebbero scendere a 298 mila unità. Ecco che scende in campo il nuovo Governo che dovrebbe rendersi promotore di efficaci e concrete politiche demografiche finalizzate a un timido incremento dei nuovi nati. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, e rimbalzata sui canali dell’Agenzia ANSA, Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, ha condiviso l’intenzione di promuovere un di Piano strategico per la natalità. La prossima tappa, in legge di Bilancio, “sarà la revisione dell’assegno familiare” che sosterrà le future gravidanze. Confermando gli attuali dati, al 2050 solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20-66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). Gli attuali 399 mila nati, rileva l’Istat, sono la più bassa natalità di sempre e si tratta di “una situazione di tipo drammatico”.
Nel 2050, dunque, l’Italia potrebbe contare 5 milioni di abitanti in meno, di cui 2 milioni di giovani in meno. Le persone over 90, oggi a quota 800 mila, saranno raddoppiate, 1 milione e 700 mila. Tornando ai dati Istat, la verità è che annualmente il nostro Belpaese registra il record di minimo storico. Un secondo dato che può far comprendere la drammaticità della situazione è quello che ci dice che in Italia spariranno 12 milioni di italiani in quattro decenni. Nel 2070 avremo 145 mila ultracentenari, oggi sono 20 mila. Tutto ciò avrà importanti effetti sui fronti sanitario, delle cure dunque, economico, e sul già complesso e debolissimo sistema pensionistico.
Ma quale paese europeo sta meglio dell’Italia? Senza dubbio la Francia, dove si viaggia sopra ai 700 mila nuovi nati e lì si è partiti proprio da un cambiamento della cultura. Anche in Germania si è arrestata la diminuzione.