Questo sito Web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Nati prematuri, al Niguarda si lavora al benessere psicologico genitori-figli
Lasciare emergere tutto quello che ha a che vedere con i nati prematuri e con i loro genitori, con particolare riferimento al post-dimissioni. È questo il focus attorno al quale nel corso di questi anni, dal 2021, è stato sviluppato il progetto ParWelB avviato tra i banchi dell’Università Bicocca all’interno del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Niguarda, diretto da Stefano Martinelli, e della Sub-intensiva neonatale dell’ASST Rhodense. Dopo che nel corso di questi anni ci si è domandati in che modo poter accrescere il benessere delle mamme e dei papà dei bambini nati prematuri, sono stati presentati a fine febbraio i risultati di questo percorso partecipativo costruito attraverso questionari e grazie all’utilizzo di una web app, appositamente ideata.
Nel nostro paese il parto prematuro si verifica nel 7% dei casi, e la sfida più grande oggi è continuare a ridurre i rischi a breve e a lungo termine per il maggior numero bambini nati prematuri.
All’interno del progetto coordinato dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Milano Bicocca e finanziato da Fondazione Cariplo, sono stati strutturati diversi interventi di tra cui il supporto psicologico con professionisti dedicati, incontri informativi sulla prematurità rivolti a operatori sanitari e genitori, corsi di preparazione al parto, incontri psico-educativi dedicati ai genitori durante la degenza, gruppi peer to peer di genitori post-dimissione e workshop rivolti a differenti categorie professionali.
Lo studio, comunicano dal Niguarda, ha consentito di soffermarsi tramite un approccio multidisciplinare sulla presa in carico del genitore del neonato pretermine al fine di migliorarne il benessere e gli esiti dell’esperienza della prematurità. Tutto questo in una visione, ormai radicata nella pratica clinico-assistenziale della Terapia Intensiva Neonatale, che riconosce il ruolo del genitore, non come semplice “visitatore”, ma come parte integrante del progetto di cura del neonato e che quindi deve essere inserito e coinvolto nel percorso terapeutico.
“L’esperienza e l’evoluzione tecnologica – commenta Stefano Martinelli, direttore della Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Niguarda – hanno portato le cure neonatologiche a livelli difficilmente migliorabili. Ora l’obiettivo è la “care” neonatologica intesa come particolare attenzione al benessere psicologico e relazionale della triade genitori-figlio che rappresenta condizione favorente il corretto sviluppo neuroevolutivo del neonato di età gestazionale molto bassa”.