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Nuova scoperta sugli omega-3 e le sue relative funzioni
Un recente studio ha messo in discussione il ruolo degli Omega-3 di protezione nei confronti del cuore dalle malattie cardiovascolari.
Il 31 gennaio la rivista JAMA Cardiology ha pubblicato una meta-analisi dell’epidemiologo Robert Clarke sull’effettiva funzione protettiva degli omega-3 per i rischi di malattie cardiovascolari.
La ricerca è stata svolta direttamente su un totale di 77.917 persone affette da queste patologie o ad alto rischio di soffrirne, e il 61% di queste sono state individui di sesso maschile fino ai 64 anni di età. Gli studi portati a termine sono durati circa 5 anni e la dose di omega-3 considerata in ciascun progetto va da un minimo di 226 a un massimo di 1.800 milligrammi al giorno.
Nessuno studio svolto dimostra l’effettiva funzione degli omega-3 nel ridurre il rischio o le morti di eventi cardiovascolari come l’infarto.
L’associazione American Heart Association continua a consigliare gli integratori omega-3 a pazienti con malattie alle coronarie ma, dopo l’approvazione dell’analisi di Clarke, non possono più esistere dei dati a supporto di questa raccomandazione che era nata inizialmente dopo numerosi osservazioni svolte in popolazioni occidentali e asiatiche. Entrambi avevano dimostrato che il consumo regolare di pesce grasso, una o due volte alla settimana, poteva effettivamente garantire una significativa riduzione del tasso di mortalità per malattia coronarica. In particolare, negli anni ’70 venne condotta un’indagine riguardante il regime alimentare della popolazione eschimese basata su una dieta ittica.
Successivamente, diversi studi hanno incominciato a riportare risultati contrastanti fino ad arrivare al risultato di Clarke che è stato messo molto in discussione ma, alla fine, anche accettato.
Gli omega-3 sono una categoria di acidi grassi come gli omega 6, una famiglia di acidi grassi polinsaturi di origine vegetale. Nello specifico, gli omega-3 sono acidi: polinsaturi in quanto presentano molteplici doppi legami all’interno della molecola; essenziali, ovvero il corpo umano non è in grado di sintetizzarli e quindi devono essere assunti attraverso gli alimenti; originati dal metabolismo dell’acido alfa-linolenico per conto di alcuni enzimi.
Come anche tutti gli altri acidi grassi, gli omega-3 svolgono comunque un compito essenziale per tutto l’organismo perché, principalmente, fanno parte della membrana cellulare, regolano l’aggregazione delle piastrine rendendo il sangue più fluido e riducono gli stati infiammatori.
È stata messa in discussione il loro ruolo di protezione nei confronti del cuore dalle malattie cardiovascolari ma viene riconosciuto ancora la loro capacità di ridurre la comparsa di tumori, ritardare i processi degenerativi del cervello, limitare l’insorgenza del diabete di tipo 2 ed il rischio di parti prematuri perché contrastano la generazione di prostaglandine responsabili delle contrazioni uterine.
Agli adulti viene consigliato di assumere 3 g di omega 3 al giorno e ai bambini, soprattutto per coloro che hanno disturbi del comportamento e deficit dell’attenzione, si raccomanda il prodotto VitaDHA, un integratore alimentare a base di olio di pesce ricco dell’omega-3 DHA. Il DHA contribuisce al mantenimento delle normali funzioni cerebrali e visive, con un’assunzione giornaliera di 250 milligrammi. Questo acido grasso polinsaturo si trova in alte concentrazioni nelle membrane dei neuroni dove svolge un ruolo strutturale e funzionale indispensabile alla crescita e alla trasmissione dei segnali tra le cellule celebrali.
Un’assunzione eccessiva di omega-3 può aumentare il rischio di emorragie, ictus e disturbi gastrointestinali.
Gli omega-3 si trovano abbondantemente nel pesce soprattutto quello dei mari freddi, il merluzzo e il salmone, ed il pesce azzurro come le sardine, il tonno, le aringhe, il pesce spada e i crostacei.