La malattia di Parkinson non è più un nemico, perlomeno non più come un tempo. Ad approfondire la nuova terapia è la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza che rientra nel nostro viaggio lungo i binari della buona sanità italiana essendo uno dei pochi centri specialistici del paese a disporre di questa cura innovativa.
Nel mese di gennaio il team medico della Clinica Neurologica dell’ospedale San Gerardo ha infatti posizionato alla prima paziente un dispositivo per l’infusione continuativa di una formulazione di levodopa somministrabile per via sottocutanea(foslevodopa/foscarbidopa), un farmaco molto promettente di recente introduzione in Italia.
Il gruppo di medici del Centro Parkinson e disturbi del Movimento della Fondazione IRCCS San Gerardo, che si occupa di terapie avanzate, è costituito, oltre che dalla dottoressa Laura Brighina, dal dottor Marco Piatti e dai medici in formazione afferenti al Centro, coadiuvati dal personale infermieristico della Clinica Neurologica.
“La Malattia di Parkinson – commenta il professore Carlo Ferrarese, Direttore della Struttura complessa di Neurologia, in una nota stampa diramata dal nosocomio – è una patologia neurodegenerativa per la quale la terapia con levodopa somministrata per via orale rappresenta tuttora il gold standard. Nelle fasi avanzate, la malattia è caratterizzata dalle cosiddette fluttuazioni motorie, ovvero i blocchi motori e/o le discinesie (movimenti involontari eccessivi degli arti o del tronco), legate alle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue, nonostante la somministrazione più volte al giorno dei vari farmaci orali disponibili. La somministrazione sottocutanea continua di levodopa è una terapia all’avanguardia che consente una stimolazione dopaminergica più fisiologica e stabile, con conseguente riduzione delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue”.
L’infusione, effettuata tramite una micro-cannula inserita nello strato adiposo collegata mediante un tubicino ad un dispositivo portatile, rappresenta una tecnica sicura, efficace e facilmente attuabile. La somministrazione del farmaco, spiega la dottoressa Laura Brighina, responsabile del Centro per la Malattia di Parkinson e Disordini del movimento del reparto di Neurologia, “viene regolata dal medico secondo diverse velocità di infusione a seconda dei sintomi del singolo paziente, monitorati mediante specifici dispositivi indossabili. Questa tecnica innovativa, permettendo l’eliminazione pressoché completa della terapia orale, determina un miglioramento significativo della qualità della vita sia del paziente che dei familiari. Abbiamo posizionato il primo dispositivo a gennaio riscontrando un ottimo controllo dei sintomi nella paziente, anche durante il riposo notturno, garantendone una migliore qualità di vita e una maggiore autonomia nelle attività della vita quotidiana”.
Il Centro ora prevede di attuare questo trattamento in altri pazienti con malattia di Parkinson avanzata e fluttuazioni motorie che saranno selezionati dai neurologi sulla base di criteri clinici che verranno valutati in sede di visita.