“È inaccettabile che mentre in alcune parti del mondo si muore per mancanza di vaccini, qui da noi ci sia chi rischia la vita propria e degli altri rifiutandoli”. L’Europa continua a mostrare particolare apprensione sul fronte dei vaccini e riaccende i riflettori alla vigilia del nuovo anno scolastico per gli studenti italiani con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, che con queste parole ha introdotto i lavori del vertice globale sulla vaccinazione, convocato a Bruxelles. Certamente la posizione dell’Ue darà avvio a un ulteriore, caldo, dibattito, tra i favorevoli e i contrari che questa volta – con l’avvio di un nuovo Esecutivo – vedranno un rallentamento nei tempi della macchina politica in relazione a una nuova proposta di legge sulla “flessibilità” dell’obbligo di profilassi. Ad oggi infatti nelle classi si osserva la legge Lorenzin, col suo diktat decisivo per asili e scuole dell’infanzia: senza vaccini, non si entra. Un diktat preceduto tuttavia da una serie di predisposizioni e di azioni messe in campo dalle Regioni, dai Comuni e dalle Asl di appartenenza che ha sortito (o quasi) gli effetti auspicati inizialmente.
Tracciando un quadro di regione in regione si rileva sin da subito che il nuovo anno scolastico ha preso avvio senza particolare criticità. Il Veneto conta 7mila bambini (3% degli studenti) non ancora in regola con le vaccinazioni previste (per la precisione 6.783 bambini, di cui 3.113 in età da asilo nido e 3.670 nella fascia 3-6 anni). Anche in Lombardia i no vax corrispondono al 4%. Va un tantino meno bene in Toscana, dove tra le province di Firenze, Prato e Pistoia, le vaccinazioni mancanti sono 1668. I dati risalgono al mese di agosto e nel frattempo alcuni bambini potrebbero essersi messi in regola. Invece nei territori di Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara, i bambini non vaccinati, sono circa 2mila.
Andando invece in Emilia Romagna, le cose migliorano persino nella città No Vax per eccellenza, Rimini, che annovera 40 bambini la cui iscrizione è decaduta poiché le rispettive famiglie non hanno proceduto alle vaccinazioni obbligatorie per legge. Un dato migliore rispetto a luglio quando le famiglie inadempienti raggiungevano la soglia delle 180.
E ancora, procedendo in questo viaggio dei vaccini su per l’Italia, approdiamo in Piemonte, dove la copertura vaccinale supera il 95% dei nuovi nati.