A 19 anni, la nuotatrice americana Kathleen Baker ha vinto la medaglia d’argento nei 100 metri di dorso femminile alle Olimpiadi di Rio de Janeiro: un risultato straordinario, considerando che Kathleen, da quando ha 14 anni, combatte contro il morbo di Crohn.
“Ho avuto la mia bella dose di avversità. Penso che ciò che mi è successo mi abbia spinta ad apprezzare lo sport ancora di più, a causa della consapevolezza del fatto che avrei potuto perderlo. Amo nuotare più di ogni altra cosa al mondo e avere la possibilità di farlo alle Olimpiadi è una sensazione incredibile. Spero di aver ispirato un po’ di persone oggi”. Queste le prime parole alla stampa della nuotatrice americana diciannovenne Kathleen Baker, dopo aver ottenuto la medaglia d’argento nei 100 metri di dorso alle Olimpiadi di Rio 2016, nonostante la lotta contro il Morbo di Crohn.
Una battaglia vinta anche contro la malattia iniziata all’età di 14 anni.
Una foto pubblicata da Kathleen Baker (@kathleenbaker2) in data:
In vista delle Olimpiadi, la Baker ha rilasciato un’intervista al New York Times, dove ha raccontato degli anni difficili vissuti tra scuola, allenamenti e la malattia. Il suo desiderio era quello di partire e riuscire a raggiungere un traguardo, una rivincita nei confronti della vita. La giovane nuotatrice ha messo in valigia i suoi medicinali e una bella dose di coraggio per affrontare la sua più grande competizione, che ha vinto. Non ha mai smesso di credere nel suo sogno che si è avverato, il suo è un messaggio di speranza per tutti coloro che si trovano nella stessa condizione.
La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica (non è ancora stata scoperta una terapia in grado di dare una guarigione definitiva, e il suo decorso, quindi,è caratterizzato da periodi di benessere alternati ad altri in cui si ripresentano i sintomi) che può colpire teoricamente tutto il canale alimentare, dalla bocca all’ano, ma che si localizza prevalentemente nell’ultima parte dell’intestino tenue chiamato ileo (ileite) e/o nel colon destro/cieco (ileocolite), oppure solo nel colon in una sua qualsiasi parte (colite).
Pur non essendoci attualmente un Registro Nazionale, si calcola che in Italia ci siano almeno 100.000 persone affette da malattie infiammatorie intestinali, di cui un circa 30-40% colpite dalla malattia di Crohn. Questa patologia colpisce generalmente in giovane età, 25-35 anni, o in terza età. I sintomi più comuni, anche se sono variabili da caso a caso, sono i dolori addominali (talvolta, se acutissimi, possono simulare un attacco d’appendicite) associati a diarrea e, talora, a febbre. Il dolore si localizza nella sede dell’ombelico o nella parte destra dell’addome e spesso si presenta dopo i pasti.
Ad oggi le cause sono ignote, ma sulla base delle conoscenze scientifiche non è una malattia contagiosa, non è causata dagli alimenti, non è psicosomatica e non è una patologia ereditaria. Le complicanze della MC, che colpiscono circa il 10-20% dei pazienti, sono di tipo intestinale (stenosi) e extra-intestinale, queste ultime simili a quelle della colite ulcerosa.
Alcune complicanze sono correlate all’attività della malattia, mentre altre sembrano seguire un decorso indipendente: quelle correlate all’attività della malattia possono interessare la cute, la bocca e gli occhi, così come le grosse articolazioni, mentre le affezioni sistematiche sono: infiammazioni delle articolazioni, come ad esempio spondilite anchilosante, sacroileite, dolore lombare, calcoli nella cistifellea e calcoli renali.
La terapia medica che viene seguita a seconda dei casi, è di tipo chirurgico e/o di tipo farmacologico, attraverso la somministrazione di cortisonici e antibiotici.
È stata definita una malattia cronica perché, purtroppo, non è ancora stata scoperta una terapia in grado di dare una guarigione definitiva, e il suo decorso, quindi,è caratterizzato da periodi di benessere alternati ad altri in cui si ripresentano i sintomi.
Mutua Mba, Società di Mutuo Soccorso, leader nel panorama della Sanità integrativa per numero di associati, tempo fa ha intervistato il signor Antonio Ferrazza, che da circa 7 anni combatte con la malattia di Crohn e che per l’assistenza medica si è rivolto proprio a Mutua Mba, società di mutuo soccorso in grado di sopportare il paziente laddove non riesce il Sistema Sanitario Nazionale.
Nello stato attuale il Sistema Sanitario Nazionale non riesce più ad erogare e garantire determinati servizi sanitari, motivo per il quale la Sanità integrativa sta diventando una valida alternativa per colmare le lacune del SSN e dare la possibilità di usufruire di assistenza sanitaria efficace e in tempi rapidi.
“Sulla base della mia esperienza – ha spiegato il signor Ferrazza – la sanità integrativa è sicuramente un valido aiuto per la diagnosi precoce di alcune patologie. Allo stato attuale è fondamentale avere un’integrazione sanitaria per una maggiore tutela della propria salute anche perché per le patologie come la mia occorre agire in tempi strettissimi e oggi questo è possibile solo attraverso la sottoscrizione di piani assistenziali integrativi. Sono associato a Mutua Mba e la mia esperienza è positiva: è una Società di Mutuo soccorso che agisce nell’immediato ed è presente in molte strutture ospedaliere pubbliche, convenzionate e private. Faccio un esempio: recentemente ho dovuto effettuare una colonscopia e solitamente mi rivolgo all’ospedale Sandro Pertini di Roma, ma questa volta, per cause della struttura, in tempi rapidi mi sono dovuto rivolgere ad una clinica privata convenzionata con Mutua Mba. Ho effettuato l’esame nel giro di qualche giorno e senza nessun problema.”
La testimonianza del signor Ferrazza e la medaglia d’argento della Baker sono messaggi di speranza per tutti coloro che sono affetti da malattie croniche dalle quali purtroppo ad oggi non è ancora possibile guarire, ma grazie al coraggio, alla determinazione, al sostengo dei familiari, all’assistenza medica e alla sottoscrizione di piani assistenziali integrativi, si può convivere con la patologia in maniera serena.