L’estate 2024 ha acceso i motori e l’aria è abbastanza riscaldata, soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Con gli elevati picchi di umidità e il relativo aumento delle temperature anche il Ministero della Salute è intervenuto attraverso una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria Francesco Vaia e riguardante le ondate di calore e i modi per affrontarle: tra questi c’è l’attivazione del “codice calore”, ovvero di percorsi assistenziali preferenziali dedicati ai soggetti più fragili nei pronto soccorso, e l’attivazione degli ambulatori territoriali sette giorni su sette.
Il Piano nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute è stato avviato dal Ministero della Salute nel 2005, mediante specifici progetti del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), ed è coordinato dal Centro di competenza nazionale Dipartimento di Epidemiologia SSR Regione Lazio (DEP Lazio). Lo scopo è favorire il coordinamento interistituzionale ai vari livelli e fornire linee operative per la creazione di un sistema centralizzato di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute. Dal 2009, il Piano è incluso nelle Azioni Centrali dei Programmi e Progetti del Ccm.
A questo proposito, anche in occasione di questa estate, il “Piano Operativo Nazionale per la Prevenzione degli effetti del Caldo sulla Salute” del Ministero si avvale del Sistema di Sorveglianza degli Accessi in Pronto Soccorso a supporto dell’attività di sorveglianza e monitoraggio degli eventi sanitari associati alle ondate di calore e ad altri eventi meteorologici estremi, in strutture sentinella in 9 città. Tale sistema, unitamente al sistema rapido di rilevazione della mortalità giornaliera – SiSMG (attivo già dal 2004), riveste un’importanza strategica al fine di identificare tempestivamente situazioni di emergenza sanitaria e attivare interventi di prevenzione sulla popolazione.
Come si evince dai dati del progetto di ricerca AdaptHeat, coordinato dalla Fundación 1º de Mayo con la collaborazione della Fondazione Di Vittorio, le ondate di calore possono essere letali anche sul luogo di lavoro: a causa delle temperature troppo elevate il rischio di infortuni aumenta del 17,4% e circa il 15% delle persone che lavorano in condizioni di stress termico sperimentano lesioni renali acute o malattie renali. La ricerca poi suggerisce di interrompere o non iniziare il lavoro quando l’esposizione al calore è superiore al limite, e di predisporre piani di compensazione finanziaria per datori di lavoro e dipendenti in caso di calore “invalidante”.