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ONE HEALTH – SALUTE UNICA E GLOBALE: COSA SIGNIFICA?
Lo scorso 3 novembre si è celebrato in molti Paesi il terzo One Health Day, ovvero la Giornata della salute unica e globale.
Da non confondersi con il World Health Day, mirato alla sensibilizzazione sulle tematiche della sanità nel suo complesso in tutto il mondo, l’idea alla base di One Health trae origine dal fatto che la salute delle persone è direttamente connessa con quella degli animali e con lo stato dell’ambiente nel quale tutti viviamo e che nessuno, specialista, agenzia o nazione, può affrontare da solo le problematiche del mondo globalizzato di oggi.
Si tratta di un approccio interdisciplinare molto interessante, che intende abbattere le barriere intersettoriali evidenziando come spesso esseri umani e animali vengano colpiti dalle stesse patologie e coinvolti nelle stesse minacce ambientali. Possono verificarsi infatti situazioni particolari, ad esempio la proliferazione delle alghe o la contaminazione di piombo, e malattie, dette zoonosi, trasmissibili direttamente o indirettamente tra animali e uomo, che riguardano davvero tutti. Il CDC, l’agenzia federale statunitense per la prevenzione e l’educazione sulla salute, stima infatti che oltre la metà di tutte le infezioni che colpiscono gli esseri umani possono essere contagiate dagli animali: basti pensare in tempi recentissimi al virus West Nile, alla rabbia, alla Salmonella.
In generale esistono oltre 500 virus zoonitici, dei quali circa un quarto in grado di infettare l’uomo. Sempre il CDC sottolinea come la resistenza antimicrobica costituisca una ulteriore minaccia emergente alla salute sia di esseri umani che di animali, con la diffusione dei germi resistenti spesso favorita dall’ambiente condiviso. Inoltre, l’incremento della popolazione mondiale, l’intensificarsi delle interconnessioni tramite viaggi sempre più frequenti ed estesi e i diversi tipi di relazioni con il mondo animale nei diversi Paesi rappresentano tutti fattori importanti nella trasmissione di queste malattie. Il tracciamento dell’andamento della salute negli animali – domestici, di allevamento e selvatici – può contribuire al rilevamento tempestivo di segnali in grado di prevenire o contenere eventuali epidemie fra gli esseri umani anche tramite opportuni interventi di disinfezione, sterilizzazione, vaccinazione e bonifica effettuati sull’ambiente e sugli animali stessi.
La visione olistica One Health, introdotta oltre dieci anni fa, è antica e al contempo estremamente innovativa.
Oramai riconosciuta ufficialmente da organi quali Commissione europea, OMS, FAO, CDC solo per citarne alcuni, è stata accolta anche dall’Italia. Nel 2017 il Ministero della salute, su iniziativa della FVM (Federazione Veterinari Medici Farmacisti e Dirigenti Sanitari) ha organizzato un importante convegno nazionale proprio in occasione della giornata mondiale; inoltre è stato siglato un Memorandum of Understanding fra IZS (Istituti zooprofilattici sperimentali), OIE (World Organization for Animal Health) e appunto il Ministero della salute con l’obiettivo di realizzare una collaborazione quadriennale volta a proporre strategie comuni di sanità pubblica e sicurezza alimentare nell’ambito della concezione One Health.
Sulla base di questo accordo, attualmente entrato in fase operativa, diversi enti, università e organizzazioni sia locali che internazionali promuovono periodicamente partnership, progetti, incontri e workshop mirati a favorire l’interazione di medici, veterinari, biologi, scienziati, legislatori per identificare e implementare soluzioni multisettoriali alle minacce e ai rischi relativi all’interfaccia esseri umani-animali-ecosistema.