Una bellissima storia di Natale che abbraccia le città di Roma e di Catanzaro nel nome di due sorelline che, affrontata una dura fase, adesso potranno trascorrere le festività con mamma e papà. Sono tornate a casa le due gemelline di Catanzaro operate in utero alla ventiquattresima settimana di gestazione dall’equipe di Chirurgia fetale dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”. Come informa il nosocomio della Santa Sede, l’intervento si è reso necessario per scongiurare i gravi rischi della sindrome da trasfusione feto fetale (TTTS o Twin to Twin Transfusion Syndrome), patologia specifica dei gemelli che hanno in comune la placenta, caratterizzata dal passaggio anomalo di sangue da un gemello all’altro.
La sindrome da trasfusione feto fetale si presenta nel 10-15% delle gravidanze con gemelli che condividono la placenta, ma sono racchiusi ognuno nel proprio sacco amniotico. In questi casi si verifica un passaggio anomalo di sangue da un gemello (donatore) all’altro (ricevente). Lo squilibrio comporta un aumento del volume di liquidi nel gemello ricevente, con conseguente aumento della quantità di urina emessa (poliuria). La poliuria determina un eccesso di liquido nel suo sacco amniotico (polidramnios). Nel sacco del gemello donatore, al contrario, si verifica la riduzione di liquido amniotico fino alla sua assenza totale (anidramnios) e ad alterazioni circolatorie legate alla diminuzione di volume di sangue. Nella maggior parte dei casi la malattia si manifesta tra la 16esima e la 26esima settimana. Qualora non si intervenga, le forme gravi di trasfusione feto-fetale portano alla perdita di uno o entrambi i gemelli nella stragrande maggioranza dei casi.
Il viaggio dalla Calabria di mamma Gessica e papà Francesco è cominciato ad agosto con la diagnosi di sindrome da trasfusione feto fetale. Immediatamente lo staff medico del “Bambino Gesù” ha programmato l’intervento d’urgenza effettuato presso il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale S. Pietro Fatebenefratelli, guidato dal professore Marco Bonito, uno dei più importanti centri nascita in Italia, con il quale il Bambino Gesù ha avviato da alcuni anni una stretta collaborazione. I medici sono intervenuti mediante l’esecuzione della coagulazione laser endoscopica delle anastomosi vascolari placentari.
A questo è seguito il monitoraggio ecografico stretto fino alla decisione di intervenire alla 30^ settimana con un parto cesareo perché preoccupavano le condizioni della gemella più piccola che cresceva meno. “Sono nate una alle 12.39 e una alle 12.40 – ricorda mamma Gessica -. Hanno pianto: vuol dire che hanno respirato entrambe e stavano bene, un miracolo”. Dalla sala parto alla terapia intensiva e quindi il passaggio alla sub intensiva da cui le bambine sono state dimesse a fine novembre la prima, e nei giorni scorsi, in tempo per Natale, la seconda. “Quest’anno – scherza Gessica – i personaggi del presepe li impersoneremo noi arrivando non con uno, ma con due bambine, per la gioia di nonni, parenti e amici”. “E’ stata un’esperienza difficile – prosegue – ma grazie alla professionalità e soprattutto alla grande umanità dei medici del Bambino Gesù e del S. Pietro Fatebenefratelli che ci hanno accompagnato ad ogni passo, riusciremo a tornare a casa con le nostre bambine ed è questo il messaggio di fiducia e speranza che vogliamo trasmettere agli altri genitori che si trovano nella nostra situazione”.