Con l’insediamento del Governo trainato da Giorgia Meloni e la tradizionale cerimonia a Palazzo Chigi partecipata anche dal Presidente uscente, Mario Draghi, e a seguito della prima riunione del Consiglio dei Ministri, passaggio di consegne anche nella sede di viale Giorgio Ribotta, al Ministero della Salute. Roberto Speranza ha ceduto il posto a Orazio Schillaci, dal 2013 preside della Facoltà di Medicine e Chirurgia, e dal 2007 Professore Ordinario di Medicina Nucleare sia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia che nel corso di laurea in TRM (Tecniche di radiologia medica). Dal 2001 è poi direttore della UOC di Medicina Nucleare del Policlinico Tor Vergata; è anche presidente dell’Associazione Italiana Medici di Medicina Nucleare. Schillaci è stato membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, nominato dal ministro uscente, Roberto Speranza, lavorando a fianco del presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro.
Sempre all’Università “Sapienza” di Roma, nel 2000, ha conseguito il titolo di Dottorato in Imaging funzionale radio isotopico e nel 2009 si è specializzato in Radiodiagnostica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. È stato inoltre componente di Commissioni Sanitarie per la Regione Lazio e per il Ministero della Salute, oltre che responsabile di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi, tra i quali Horizon 2020 dell’Unione Europea. Il rettore di Tor Vergata fa poi parte dell’Editorial Board delle 2 riviste internazionali più prestigiose nel settore della Medicina Nucleare, l’European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging e il Journal of Nuclear Medicine. È stato revisore per numerose riviste internazionali e autore di 354 pubblicazioni edite a stampa. È stato esperto del Consiglio Superiore di Sanità per il triennio 2006-2009.
Nel corso della sua carriera accademica è stato autore di oltre 220 pubblicazioni su riviste incluse in PubMed, con più di 4700 citazioni e revisore di oltre 50 riviste internazionali. Nel corso dell’emergenza sanitaria da Covid-19, come rettore, ha investito sulla qualità e l’internazionalizzazione della ricerca, anche industriale. Il policlinico romano, sotto la sua guida, ha ampliato le aree a disposizione per far fronte all’emergenza da Covid-19, costituendo un gruppo di lavoro apposito e trasformandosi in tre settimane nel quarto Covid Hospital del Lazio. Legata alla pandemia anche la necessità di riorganizzare l’università, che lo ha portato investire su progetti di sostenibilità, smart working, e partnership europee.