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Ottima salute per i mari italiani, sopra la media delle acque europee
Tutte le città marittime celebrano la giornata dedicata al mare e alla cultura marinara in programma annualmente l’11 aprile e istituita a livello nazionale con il decreto legislativo 3 novembre 2017 , n. 229 (nuovo Codice della nautica da diporto) con l’obiettivo di “sviluppare la cultura del mare inteso come risorsa di grande valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico” in particolare tra i giovani, ma anche di sensibilizzare, attraverso attività e momenti di confronto, e sviluppare il concetto di ‘cittadinanza del mare’. Si tratta di una ricorrenza annuale che ha il patrocinio del Ministero per la Transizione Ecologica e l’interesse del Ministero della Salute, MUR (Ministero della Università e Ricerca) e ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). ISPRA e il SNPA portano avanti da molti anni un sistema a rete di monitoraggio dei mari italiani, ISPRA in particolare collabora con altri enti ed istituti di ricerca europei per la tutela del bacino Mediterraneo, convinti che il mare sia una risorsa fondamentale dal punto di vista ambientale ed anche di sviluppo economico, elemento centrale per la ripartenza del nostro Paese e di tutti quelli che hanno la fortuna di vivere accanto a questa imprescindibile risorsa.
Ma qual è lo stato di salute del nostro mare? La ricerca di nuovi dati (e diagnosi più recenti) è costante, tanto che, il prossimo 27 aprile, il catamarano One, vera e propria piattaforma di ricerca, si concentrerà sullo studio dello stato delle acque del Mediterraneo nordorientale, attraverso un viaggio di 10 tappe tra Italia, Francia e Spagna. Dalla Sardegna attraccherà a Savona, Nizza, Marsiglia, Port Argelès, Barcellona, Ibiza, Minorca, Ajaccio e Santa Teresa di Gallura, per rientrare a La Maddalena. L’iniziativa è nata dal Centro Velico Caprera in collaborazione con One Ocean Foundation, M.A.R.E (Marine Adventure for Research & Education): si tratta di un progetto di CITIZEN SCIENCE molto speciale, che monitora la salute del Mediterraneo per promuovere la conoscenza e la protezione dell’ambiente marino. Il percorso del 2022 è stato dedicato allo studio del Mar Tirreno, quello del 2023 al Mar Adriatico, nel 2024 ci sposteremo nel Mediterraneo Nord-Ovest.
In attesa di questi nuovi dati, oggi possiamo dire che – sulla base del monitoraggio condotto nel 2023 dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – risultano eccellenti circa 5.000 dei 5.300 chilometri di aree marine adibite alla balneazione, pari al 95,5% del totale. Il restante 2,7% è di qualità buona (144 km), mentre la stessa percentuale pari allo 0,8% (43 km) è rispettivamente in classe sufficiente e scarsa. È il risultato delle analisi microbiologiche condotte nel corso di quattro anni (2019-2022): sono più di 30 mila i campionamenti effettuati nel 2022 nell’intero Paese – in gran parte dalle agenzie ambientali – per valutare la qualità delle acque di balneazione dal punto di vista sanitario. La qualità delle acque di balneazione marine è di buon livello in tutte le regioni, con percentuali di costa “eccellente” che in ogni territorio superano l’85%, con punte superiori al 99% in due regioni (Puglia e Sardegna). I controlli riguardano anche laghi e (in pochi casi) fiumi, dove alcune regioni raggiungono il 100% di acque eccellenti. A livello europeo le acque italiane risultano migliori della media dei paesi UE, sulla base dei dati elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente.