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Otto ore davanti al computer danneggiano la salute mentale
Restare troppo davanti allo schermo del proprio computer non è un bene. Un’informazione confermata in molteplici occasioni dalla comunità scientifica mondiale ma che a seguito della pandemia e dell’avvio globale della pratica dello smart working tuona non poco. Con l’insorgere della pandemia l’obiettivo dell’OMS e dunque di tutti i Governatori del mondo era solo uno: ridurre il più possibile gli spostamenti al fine di non dare modo al COVID-19 di diffondersi a macchia d’olio. Da un lato l’avvio del lavoro agile da casa e dall’altra le lezioni a distanza tramite piattaforma, per le scuole, hanno dato il via a una nuova epoca davanti al display del pc. In breve tempo dunque la quotidianità di ciascuno ha subìto un brusco cambiamento dovuto a un radicale stravolgimento dello stile di vita che ha reso le relazioni più virtuali che reali e che a giusta causa si è basato molto sull’utilizzo di dispositivi elettronici come computer, smartphone e tablet. Una realtà decisamente allargata.
A lanciare questo allarme oggi è l’Università di Huddersfield, nel Regno Unito, che ha pubblicato uno studio dal quale effettivamente emerge come la permanenza per otto ore, e oltre, al pc, se combinati ad alcuni dati demografici e condizioni di salute preesistenti, sono state le principali variabili a influenzare negativamente la salute mentale. A questo punto entra in gioco la politica che, si legge dalla nota del team scientifico autore dello studio, dovrebbe intervenire in materia di salute pubblica riducendo la quantità di tempo che i cittadini trascorrono seduti davanti ad uno schermo.
I risultati sono stati raccolti nel rapporto intitolato “L’impatto del tempo seduto e dell’attività fisica sulla salute mentale durante il lockdown“. Nel corso del primo lockdown nel Regno Unito, iniziato nel marzo 2020, il governo ha concesso un’ora di esercizio all’aperto al giorno, dando modo agli inglesi di godere maggiormente degli spazi all’aperto ripensando il proprio rapporto con i parchi, i giardini pubblici e le aree verdi cittadine. Tuttavia, lo studio ha rilevato che una grande percentuale di persone trascorreva più di otto ore al giorno in casa e che queste stavano sperimentando effetti dannosi per la propria salute mentale.
Anche le persone più dinamiche e meno sedentarie, con circa 150 minuti a settimana di attività fisica moderata o intensa, hanno confessato di avere oggi effetti dannosi sulla loro salute mentale. Il campione era composto da quasi 300 persone ed era molto attivo dal punto di vista dell’attività fisica, ma oltre il 50% era seduto per più di otto ore al giorno. Gli autori riferiscono che se si sta seduti per più di otto ore, per compensare l’effetto negativo del comportamento sedentario, è necessario esercitarsi più a lungo. Circa 60 minuti sarebbe perfetto, quindi più dei 30 minuti generalmente consigliati come esercizio minimo.