Fonte: Health Online
Elisa Granato, una donna inglese di origini italiane, è stata la prima europea a farsi somministrare, lo scorso aprile, il vaccino anti covid-19 sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con l’istituto di ricerca Irbm di Pomezia e l’Università di Oxford. Dopo di lei altri 50 mila volontari tra i quali la donna di 50 anni che a Roma, presso l’Istituto malattie infettive Lazzaro Spallanzani, il 24 agosto, ha dato il via alla sperimentazione sull’uomo in Italia vaccinandosi contro il nuovo coronavirus.
Da ieri, 9 settembre, la notizia di uno stop alla più promettente produzione di un vaccino anti covid-19 al mondo. Il motivo dello stop è un effetto collaterale, un’infiammazione al sistema nervoso della spina dorsale. Non si tratta di una battuta di arresto ma di una pausa, precisa AstraZeneca nella nota, per un’imprevista reazione avversa ad uno dei volontari britannici. Una pausa che consentirà di indagare e assicurare i futuri processi. La sospensione è un operazione di routine, ma che rischia di allungare i tempi della produzione del vaccino. AstraZeneca ha precisato che si tratta di un solo caso su 50 mila pazienti testati, ad Oxford i test sugli esseri umani erano iniziati ad aprile. “Una precauzione standard prevista nella sperimentazione di vaccini, quella di Astrazeneca, che è utile ribadire”, ha spiegato Piero di Lorenzo, presidente dell’istituto di ricerca Irbm di Pomezia che realizza il vettore virale a fianco dell’Università di Oxford. “Non è stata sospesa la sperimentazione – ha precisato – ma sono state bloccate le nuove vaccinazioni nei nuovi paesi”. Procedura standard, dunque, che arriva durante la fase 3 della sperimentazione che doveva dare delle garanzie sui risultati. Non è ancora stato provato, hanno tenuto a precisare le fonti, che l’infiammazione sia collegata al vaccino inoculato.
“Siamo in attesa che il caso sottoposto al comitato indipendente di esperti venga analizzato – ha detto Di Lorenzo – aspettiamo dunque il loro giudizio per il proseguimento degli ulteriori test”.
La speranza di un successo finale dipende “da ciò che sarà trovato durante le verifiche”, ha affermato a Skynews Matt Hancock, ministro della Sanità, all’indomani della decisione di AstraZeneca, partner del progetto, di fermare la terza fase della sperimentazione. La ricerca su “questo vaccino è una sfida, lo sapevamo”, ha aggiunto Hancock. “Non è la prima volta che succede per il progetto di Oxford” d’interrompersi per ragioni cautelari, “è una procedura standard di sicurezza nei trial clinici”, ha concluso: “vi è già stata una pausa prima dell’estate, risolta alla fine senza problemi”.
A lanciare un messaggio di rassicurazione sullo stop della sperimentazione il presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) e Direttore dell’Unità di Pediatria e Malattie Infettive all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, Alberto Villani intervenuto alla trasmissione di Rai3 Agorà, “Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno è la conferma che le cose in Italia vengono fatte bene che, quando sia avrà un vaccino, sarà un vaccino sicuro perché ha superato tutte le prove che devono esser superate. Nel mondo ci sono decine e decine di sperimentazioni in corso nel mondo sul vaccino e va messo in contro che qualcuna non funzioni”. Rispetto alla tempistica, ha aggiunto, “in genere di vaccini contro un determinato virus se ne studiano 10 insieme. In questo caso sono un centinaio, questo significa che le chance di avere un vaccino sicuro e utilizzabile sono statisticamente molto più alte rispetto ai vaccini normali, che in genere ci mettono anni per arrivare al termine della sperimentazione”. Ad oggi nel mondo sono circa 200 i vaccini anti covid in via di sviluppo: 29 arrivati alla sperimentazione sull’uomo, 6 alla fase 3, tra i quali quello di Oxford. L’arrivo delle prime dosi di AZD1222 era previsto entro l’anno, ora bisognerà aspettare.
Con la notizia della sospensione della sperimentazione di quello che era considerato il vaccino anti covid più promettente, arriva quella relativa a un nuovo test rapido, tutto italiano, capace di dire in soli 3 minuti se si è positivi o meno al coronavirus SarsCov2 dalla saliva. Si chiama Daily Tampon, ed è stato realizzato da un’azienda brianzola di Merate (Lecco) in collaborazione con l’università del Sannio. Il test ha ricevuto l’approvazione dal Ministero della Salute e può quindi partire la produzione.