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Parkinson, l’eccellenza del progetto MIRT della Fondazione Paolo VI di Pescara
Uno strutturato lavoro di squadra e una presa in carico multidisciplinare a tutela del malato di Parkinson e Parkinsonismi (con riferimento a una sindrome clinica caratterizzata da sintomi comuni alla malattia da cui prende il nome). È questa la vera eccellenza che distingue il progetto Multidisciplinar Intensive Rehabilitation Treatment (Mirt) pensato con lo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente e attuato dalla Fondazione Paolo VI di Pescara, che rappresenta il punto di riferimento per il Centrosud Italia del Mirt Park project.
Nello specifico, si tratta di una rete di dieci centri in Italia, i cui specialisti (neurologi-neuroriabilitatori, fisiatri, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali) si sono riuniti nella sala convegni del Centro Adriatico di Pescara in occasione del secondo Congresso nazionale Mirt incentrato sul tema “La cura multidisciplinare per i pazienti con malattia di Parkinson”.
Rendere la malattia facilmente affrontabile. “La malattia di Parkinson – commenta il Giuseppe Frazzitta, neurologo, neuroriabilitatore, e ideatore e presidente del Mirt Park Project – è una malattia che non riduce l’aspettativa di vita. Così l’obiettivo che questo progetto si propone è quello di permettere al paziente di avere un’ottima qualità di vita. Purtroppo un trattamento tradizionale, solo farmacologico, determina lo sviluppo di effetti collaterali importanti provocando un peggioramento drammatico della qualità di vita, oltre che una riduzione dell’aspettativa di vita. Questo va evitato, attraverso una presa in carico multidisciplinare da parte di diversi specialisti, in modo tale che il paziente possa iniziare da subito un po’ di attività motoria, abbia uno psicologo di supporto per quanto riguarda l’accettazione della malattia e, soprattutto, si possano usare i dosaggi più bassi possibili di farmaci per evitare lo sviluppo degli effetti collaterali”.
Come illustra la stessa Fondazione pescarese in una nota stampa, il Mirt Park Project ha alle spalle una storia trentennale e più di 80 pubblicazioni scientifiche e 4 mila citazioni da parte sui maggiori sulle maggiori riviste internazionali. Un progetto del quale la Fondazione Paolo VI è un partner prestigioso: “Una struttura di eccellenza internazionale – sottolinea il dottor Frazzitta -, dal punto di vista della qualità degli operatori e dalla possibilità di opportunità che vengono date per la cura di diverse problematiche di tipo riabilitativo”.
Il centro di riabilitazione ha intrapreso le attività di questo nuovo approccio curativo della malattia di Parkinson: “Siamo partiti con grande entusiasmo – informa la dottoressa Carla Iarlori, neurologa e neuroriabilitatrice del Centro Mirt presso la Fondazione Paolo VI – che, al di là degli operatori, abbiamo riscontrato anche negli utenti i quali sono stati posti al centro di questo percorso terapeutico. Ad esempio, abbiamo attivato un “day hospital Mirt” con i pazienti, provenienti da diverse regioni italiani, che si sottopongono dapprima ad una valutazione neurologica in base al quale viene stilato un protocollo riabilitativo che il paziente svolge a casa, mediante video-lezioni, dandoci poi feedback sul suo andamento. E poi abbiamo organizzato degli incontri di parent-training, dedicati ai pazienti e ai loro caregiver, per confrontarci e prendere in carico tutto quelle che sono le difficoltà e le soluzioni alle problematiche che il Parkinson comporta”.