Uovo o colomba? Che sia Natale o che arrivi Pasqua uno degli interrogativi che entra nella case degli italiani riguarda la tavola e la tradizione culinaria legata alle festività. Per Pasqua, che quest’anno arriva con un tiepido avvio di primavera, sei famiglie su dieci porteranno in tavola la tradizionale colomba pasquale. È quanto afferma Coldiretti sottolineando che solo in Emilia-Romagna saranno consumate circa il 10 per cento dei 27 milioni di pezzi di colombe consumate in tutta Italia. In particolare cresce la passione per la colomba artigianale, la cui offerta quest’anno si arricchirà della prima colomba prodotta con grano 100 per cento italiano frutto della collaborazione tra Sis, Società Italiana Sementi di Bologna, Molini Pivetti Spa di Cento (Ferrara), la cooperativa Deco Industrie di Bagnacavallo (Ravenna) e della Coprob (Cooperativa produttori bieticoli) di Minerbio (Bologna) che produce zucchero tutto italiano. La colomba è stata prodotta con una ricetta artigianale di alta pasticceria, utilizzando farina ottenuta dal grano “Giorgione” selezionato, coltivato, raccolto e macinato in Italia.
Se alla colomba spetta il posto principale, in Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – non mancheranno però dolci delle tradizioni locali, a partire dalla Pagnotta pasquale di Sarsina sull’Appennino Cesenate, nell’alta Val di Savio, per continuare con la Ciambella, sempre della Romagna, e il Bensone, dolce pasquale modenese che sembra abbia preso il nome da “pane della benedizione”.
Al termine del periodi di magro della Quaresima, sulle tavole – informa Coldiretti Emilia Romagna – tornano anche i piatti più ricchi e appetitosi della tradizione emiliano romagnola. Tra i primi piatti trionfano le lasagne, con qualche alternativa di paste ripiene tipiche di alcune province dell’Emilia (come i cappelletti a Reggio e i tortellini a Bologna), con la prevalenza di un piatto in brodo in Romagna, spesso passatelli, ma anche la “tardura”, termine che in romagnolo significa “tritatura”, una pasta in brodo che ha ingredienti simili a quelli dei passatelli (uova sbattute, pangrattato, parmigiano) ma che viene realizzata mescolando gli ingredienti che poi vengono versati nel brodo di carne, ottenendo un minestra fatti di piccoli grumi. Il secondo piatto è costituito prevalentemente dall’agnello che nella tradizione regna soprattutto sulle tavole della Romagna, ma che più di recente ha fatto l’ingresso anche in Emilia dove però non manca il recupero di una tradizione più antica, legata a piatti di coniglio alla cacciatora e alla faraona arrosto. Il coniglio alla cacciatora e in porchetta è una tipica pietanza pasquale nel riminese, in alternativa dall’agnello. Il tutto innaffiato con vino locali, dal Gutturnio al Lambrusco, dall’Ortrugo al Sangiovese, passando per l’Albana, il Pignoletto e la Malvasia.
Circa l’80% delle famiglie dell’Emilia Romagna – stima Coldiretti – consumerà il pranzo pasquale in casa, ma non mancheranno i turisti che vogliono celebrare la primavera in agriturismo, soprattutto, nel giorno di Pasquetta, dedicato tradizionalmente alle scampagnate. Secondo Coldiretti regionale, nel periodo pasquale nei 1.200 agriturismi della regione sono attesi circa 25 mila visitatori che coglieranno così l’occasione per riassaporare i piatti della tradizione locale legati alle feste di Pasqua.
Per scegliere l’agriturismo giusto – ricorda Coldiretti – il consiglio è quello di preferire aziende accreditate da associazioni e di rivolgersi su internet a siti come www.terranostra.it o www.campagnamica.it, dove è possibile anche scaricare l’App farmersforyou, in versione italiana e inglese, che permette di scegliere gli agriturismi dove poter soggiornare nei più bei paesaggi della campagna emiliano-romagnola ed anche italiana, i mercati di Campagna Amica, le fattorie e le botteghe dove poter comprare il vero made in Italy agroalimentare, ma anche i ristoranti che offrono menù con prodotti acquistati direttamente dagli agricoltori di Coldiretti.