La Voce di MBA

PAZIENTI HIV: QUALITA’ DELLA VITA E INCLUSIONE. IL REPORT SULLA GOVERNANCE DELL’HIV IN ITALIA

Si è svolto di recente a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo un incontro dal titolo “Migliorare la salute e il benessere a lungo termine tra le persone che vivono con l’ HIV: imparare dalle esperienze dei singoli Paesi al quale ha partecipato il prof. Giovanni Guaraldi, docente Clinica metabolica a UNIMORE e infettivologo dell’AOU di Modena che ha parlato dei risultati italiani dal punto di vista della qualità della vita e dell’inclusione sociale e del percorso poli-specialistico deputato alla diagnosi e al trattamento delle co-morbosità e della fragilità associate all’infezione da HIV.
A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Mondiale per la prevenzione della diffusione di HIV-AIDS in occasione della quale Mutua Mba, società di mutuo soccorso, ha pubblicato un articolo dedicato per informare e sensibilizzare i lettori sul tema, l’incontro organizzato nell’ambito delle iniziative di HIV Outcomes è un elemento di informazione in più per evidenziare l’esperienza italiana in Europa.
L’iniziativa HIV Outcomes è nata nel 2016 con lo scopo di creare un tavolo di lavoro comune a livello dell’Unione sui temi della qualità della vita e inclusione sociale delle persone affette da HIV in un’ottica di risposta globale alla malattia.  Il prof. Guaraldi ha illustrato, insieme al prof. Mario Cascio, vicepresidente dell’European AIDS Treatment Group, il report sulla governance dell’HIV in Italia, evidenziando – ciascuno secondo il proprio punto di vista – gli aspetti positivi e le criticità. Hanno, inoltre, indicato alcune possibili soluzioni per migliorare lo status quo ed attuare, a livello nazionale, le Raccomandazioni europee HIV Outcomes approvate lo scorso anno.
“La terapia antiretrovirale – ha detto il prof. Giovanni Guaraldi – permette oggi alle persone che vivono con HIV di avere una speranza di vita simile a quella della popolazione generale. Vi sono casi limiti, come quello studiato proprio dall’equipe modenese, di un paziente di Lisbona che compie 100 anni. In generale, però, le cure ci consentono di parlare ormai di intersezione tra la medicina HIV e questo successo ci obbliga a studiare un nuovo modello assistenziale per le persone HIV che invecchiano: questo modello è ben rappresentato dal percorso per le co-morbilità e fragilità del Policlinico ed è questa evidenza che abbiamo presentato a Bruxelles.”
Il percorso si occupa non solo della malattia, ma soprattutto della salute delle persone che vivono con HIV, misurando le traiettorie di invecchiamento attraverso la costruzione di indicatori di salute costruiti secondo il modello dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato Guaraldi –  unire terapie cliniche a educazione a corretti stili di vita per permettere anche alle persone con malattia da HIV di poter invecchiare in salute”.
La clinica metabolica è attiva dal 2003.
Sono stati valutati 5500 pazienti.
In carico circa 2500.
Al momento, l’età media dei pazienti seguiti nel percorso metabolico è di 52anni, lontana quindi dall’età geriatrica.
Tutti i pazienti, però, vengono sottoposti a un “comprehensive Geriatric assessment (CGA)” che permette di valutare non solo la malattia da virus HIV, e le sue co-morbilità, ma anche le problematiche legate all’età e la fragilità (frailty) e lo stato di vulnerabilità degli individui e il rischio di sviluppare disabilità. Il CGA è permesso da una forte integrazione tra assistenza e ricerca la presenza di figure professionali dedicate quali terapisti occupazionali, neuropsicologi, dietisti e un “health coach” cioè un’infermiera specializzata nella promozione degli stili di vita.
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