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Perchè soffro di ansia? La risposta potrebbe essere nella amigdala
Perché alcune persone sono più propense a soffrire di ansia rispetto ad altre? Un´’aomalia delle proteine che ripuliscono la serotonina dopo il suo rilascio nell’amigdala potrebbe spiegarci tale varianza.
La scoperta è stata pubblicata recentemente sul Journal of Neuroscience. Gli studiosi hanno indagato l’espressione genica delle proteine responsabili di ripulire la serotonina dopo il suo rilascio nell’amigdala delle bertucce che soffrivano di ansia.
L’ansia può essere descritta come uno stato psicologico in cui stimoli ambientali innocui innescano alterazioni emotive e comportamentali negative. I disturbi d’ansia sono multidimensionali e possono essere organici o acquisiti, situazionali o pervasivi.
Il team di ricerca, guidato dal dr. Quah, ha misurato il livello di espressione genica per i geni che codificano per i trasportatori di serotonina. I trasportatori della serotonina sono proteine incaricate di ripulire la serotonina dopo il suo rilascio . I ricercatori si sono concentrati sulle aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione emotiva, come l’amigdala e la corteccia prefrontale. Le bertucce con alti livelli di ansia di tratto avevano alti livelli di espressione genica per i trasportatori di serotonina nelle loro amigdale.
L’espressione genica del gene trasportatore della serotonina (SLC6A4) nell’amigdala destra e nella corteccia prefrontale ventrolaterale era correlata a comportamenti simile all’ansia.
L’immagine è accreditata a Quah et al., JNeurosci 2020.
Il team di ricerca ha allora somministrato inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI), un comune farmaco per l’ansia, direttamente nell’amigdala delle bertucce ansiose. Sorprendentemente questo intervento ha fornito un sollievo immediato dai sintomi. Di solito, invece, affinché un tale effetto compaia, richiede diverse settimane se il farmaco viene assunto per via orale.
Ovviamente trattandosi di ricerche su animali resta da chiarire se lo stesso effetto può essere prodotto negli umani.
Ma l’approccio comparativo tra specie diverse potrebbe sicuramente aiutarci a capire quali sono i meccanismi che contribuiscono a e modulano l’ansia. E forse, in futuro, questi risultati potrebbero aiutarci a comprendere perché lo stesso evento o lo stesso insieme di circostanze sia causa di ansia in una persona ma non in un´altra.