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Pet Therapy, all’ospedale “Meyer” di Firenze l’amicizia tra Zoe e Kia scalda i cuori

Una guarigione a quattro zampe. Arriva dalla pediatria dell’ospedale “Meyer” di Firenze un’altra bella e commovente storia che vede protagoniste Zoe e Kia, rispettivamente una bambina di otto anni e una cagnolina adottata dal nosocomio fiorentino nell’ambito del progetto Pet Therapy. Alcune settimane fa la bambina è stata ricoverata d’urgenza con un quadro neurologico complesso che aveva determinato una notevole diminuzione della capacità visiva. Proprio nel corso di questo periodo complesso di diagnosi, apprensione e cura, è avvenuto l’incontro con Kia che, paziente e premurosa, ha fatto compagnia alla paziente fino al giorno delle dimissioni.

“È stata una prova davvero difficile – racconta la mamma in una nota diffusa dall’Ospedale – abbiamo vissuto momenti di paura e di grande incertezza, ma sin dal primo momento ci è stato chiaro di trovarci nel posto migliore per Zoe All’indiscutibile competenza del team medico che ha seguito Zoe (senza tralasciare lo staff di infermieri a dir poco eccezionale) si unisce il fatto che siamo stati presi per mano da tante figure che ci hanno accompagnato lungo il percorso, rendendolo meno difficile, donandogli un volto diverso. Nonostante tutto portiamo a casa una bella storia, perché la sua trama è fatta di volti e di persone che ogni giorno, come mi disse la maestra Susy al nostro primo incontro “fanno il girotondo” attorno al bambino. Tutti fanno il loro pezzo per prendersi cura, nella sua accezione più ampia, e nella nostra esperienza è stato proprio così. Non posso che ringraziare”.

La pet-therapy è una pratica terapeutica basata sull’interazione tra gli animali domestici o addestrati e le persone, al fine di migliorarne il benessere fisico, emotivo, cognitivo e sociale e promuoverne il recupero, la guarigione e il miglioramento della qualità della vita. Comincia a svilupparsi dal 1964 a firma dello psichiatra infantile Boris M. Levinson che propone la presenza di animali da compagnia per curare specifiche malattie. Come si precisa sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro paese l’espressione “pet therapy” è stata recentemente sostituita con quella più appropriata di interventi assistiti con gli animali (IAA), che consente di distinguere tra diverse tipologie di approcci, a seconda che prevalga la componente cosiddetta ludico-ricreativa (attività assistita con gli animali, AAA), quella educativa (educazione assistita con gli animali, EAA) o quella terapeutica (terapia assistite con gli animali, TAA).

Le “Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali”, approvate nel marzo 2015, oltre a definire standard operativi per la corretta e uniforme applicazione degli interventi assistiti con gli animali (IAA) sul territorio nazionale, forniscono indicazioni sui compiti e le responsabilità delle diverse figure professionali e degli operatori che compongono l’équipe multidisciplinare coinvolta in questo tipo di iniziative (veterinari, medici, psicologi, educatori, educatori cinofili, etologi). Le linee guida, inoltre, individuano, specificandoli, i percorsi formativi da seguire per acquisire le competenze necessarie per lavorare nell’ambito degli IAA.

Uno dei centri in cui la pet therapy è presente da tempo è proprio l’ospedale “Meyer”. Qui questa pratica è una delle attività di play therapy attiva da oltre vent’anni, grazie al sostegno della Fondazione Meyer: protagonisti sono i cani e i loro conduttori dell’associazione Antropozoa, esperta in interventi assistiti con gli animali. Insieme a Kia, Cecco, Gala e Nina aiutano quotidianamente i piccoli pazienti del Meyer ad affrontare la permanenza in ospedale.

Foto Ufficio Stampa Ospedale Meyer Firenze

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