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Pnrr Salute, oltre 8 miliardi destinati alla sanità nazionale

Reperire finanziamenti e definire progettualità in grado di attrarre le risorse del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è uno degli obiettivi centrali dell’agenda degli enti territoriali, dalle Regioni ai Comuni, grandi e piccoli, impegnati nella lotta al virus e nella capillare campagna vaccinale. Proprio in queste ore sul fronte della salute e della sanità, dal Ministero comunicano di aver distribuito sull’intero territorio nazionale oltre 8 miliardi e 42 milioni di euro, di cui il 41,1% destinato alle Regioni del Sud Italia.

Con questo importante stanziamento di risorse prende avvio l’iter di attuazione degli interventi della Missione 6 – Salute del PNRR e del PNC, Piano per gli investimenti complementari, che prevedono la creazione di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, la realizzazione di 600 Centrali operative territoriali entro il primo semestre 2024, 1.350 Case di comunità, 400 ospedali di comunità entro il primo semestre del 2026; innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale con relativa sostituzione di 3100 grandi apparecchiature entro la fine del 2024, l’ultimazione di 280 interventi di digitalizzazione di DEA di I e II livello entro il 2025 e di 109 interventi di antisismica, cui si aggiungono ulteriori 220 interventi finanziati con i contributi del PNC. Prevista inoltre l’adozione da parte delle Regioni di 4 nuovi flussi informativi – nell’ambito del nuovo sistema informativo sanitario NSIS – relativi alla riabilitazione territoriale, ai servizi di assistenza primaria, agli ospedali di comunità e ai consultori familiari, entro il 2025; lo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali per 293.386 dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale entro il primo semestre 2026.

Difatti sul fronte della salute, il Pnrr rappresenta una nuova sfida per il futuro. Nella dichiarazione di intenti si fa riferimento a squilibri sociali e ambientali, di produttività ma, quello che più colpisce per la sua recisa evidenza, è l’incapacità di cogliere le opportunità derivanti dalla digitalizzazione. Opportunità che si sono presentate più volte in ogni settore della vita produttiva nazionale, ma della cui necessità – principalmente in ambito sanitario – ci si è accorti solamente nel 2020. Non è un caso, dunque, che proprio alla sanità sia allocata una consistente fetta degli investimenti riservati al nostro Paese.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedica un’intera sezione, definita missione, al piano di ammodernamento della salute. Questa, nelle intenzioni del Governo, punta a raggiungere due concreti obiettivi che si dovranno spartire oltre 15 miliardi di euro sino al 2026: rafforzamento della prevenzione e assistenza territoriale e ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Sistema sanitario nazionale. In relazione a quest’ultimo punto il Governo intende potenziare ulteriormente la telemedicina e il Fascicolo Sanitario Elettronico.

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