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Poliomelite tra i bambini di Gaza, si chiede il cessate il fuoco
L’allarme poliomelite a Gaza è stato confermato in queste ore su X dalla direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, che in un post scrive: “la ricomparsa della poliomielite a Gaza dopo un quarto di secolo è un altro segnale preoccupante di quanto caotica, disperata e pericolosa sia diventata la situazione. Non possiamo permettere che la polio si diffonda a Gaza e minacci non solo i cittadini di Gaza, ma tutti i minori che vivono in questa regione“. Tuttavia, prosegue Russell, per prevenire la diffusione della polio, “abbiamo bisogno di condizioni sul campo che non sono state presenti a Gaza per 10 mesi – con accesso alle forniture necessarie e sicurezza per gli operatori sanitari che somministreranno i vaccini”. Unicef e Oms infatti chiedono una tregua tale da poter garantire la ripresa delle vaccinazioni.
Proprio nel corso degli ultimi giorni, i sanitari palestinesi hanno accertato il primo caso di poliomielite in un paziente di 10 mesi non vaccinato nella città di Deir al-Balah. Test poi confermato da ulteriori analisi effettuate nella capitale giordana Amman. È questo il primo caso, dopo anni di assenza della malattia, segnalato nell’enclave costiera tra Israele e Hamas.
La poliomielite è una malattia altamente contagiosa che colpisce soprattutto i bambini di età inferiore a 5 anni. Generalmente il virus viene trasmesso da una persona all’altra attraverso l’acqua contaminata. Può influenzare il sistema nervoso e, in alcuni casi, causare la paralisi.
Nel 1988, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità è entrata a far parte dell’iniziativa globale per la Polio Eradication, approvando una risoluzione specifica, la malattia paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti, in quasi tutti i paesi del mondo. Ogni caso tuttavia era evitabile grazie alla vaccinazione. Oggi, a distanza di oltre trent’anni, grazie alle estese campagne di vaccinazione e ai sistemi di sorveglianza, pochi casi di polio sono riportati nel mondo ad eccezione di alcuni Paesi che preoccupano ancora: si tratta dell’Afghanistan, della Nigeria e del Pakistan, che non hanno mai smesso di registrare casi di poliomielite.
La poliomielite, è una patologia infettiva, acuta, molto contagiosa, determinata da un virus (poliovirus) che colpisce il sistema nervoso colpendo le cellule neurali e inducendo una paralisi (paralisi flaccida acuta) che, nei casi più gravi, può divenire totale. Descritta per la prima volta nel 1789 e registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti (in Italia solo nel 1958), la poliomielite presenta tre forme: la spinale, più comune e si caratterizza per una paralisi asimmetrica, che interessa principalmente le gambe; la bulbare, che causa debolezza muscolare di quei muscoli che sono innervati dai nervi cranici; e la bulbo-spinale, una combinazione delle prime due. Ad oggi, oltre al vaccino, non esistono cure, se non trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia.