A tutela dei giovanissimi. Il Ministero della Salute e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa triennale per favorire le attività di prevenzione, protezione, promozione della salute e del benessere dei minorenni e dei giovani in Italia, con specifica attenzione ai soggetti più vulnerabili. Il Protocollo è stato firmato dal Segretario Generale del Ministero della Salute, Giovanni Leonardi, e da Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore della Risposta UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale in Italia presso la sede del Comitato Italiano per l’UNICEF.
Con questo atto il Ministero della Salute e Unicef si impegnano a rafforzare azioni di tutela della salute e del benessere psicosociale dei giovani e dei loro caregiver anche attraverso iniziative di educazione all’affettività, alla sessualità e alla salute riproduttiva, in linea anche con gli obiettivi che il paese si è dato nell’ambito del Piano di Azione Nazionale di Garanzia Infanzia. Tra gli obiettivi anche l’individuazione e la valorizzazione di buone prassi già diffuse sul territorio.
Negli stessi giorni la fondazione Umberto Veronesi è intervenuta sul tema lanciando una denuncia non trascurabile: peggiora la salute mentale di giovanissimi e adolescenti. Un dato sicuramente triste che si inserisce pienamente nell’attuale contesto nazionale rallentato dagli effetti della pandemia da Covid-19, periodo in cui i giovanissimi hanno dovuto sospendere qualsiasi occasione di incontro e socialità, e sostenuto da Sinpia, la Società italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che pronuncia una cifra drammatica: in Italia sono più di 2 milioni i bambini e i ragazzi colpiti da malattie mentali dei più vari generi. Con le armi della statistica affonda il solco: tra il 10 e il 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi neuropsichici. E – dichiara l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) – la metà delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni di età.
La presidente della Sinpia, professoressa Elisa Fazzi, oltre che direttore della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza all’Asst Spedali Civili e Università di Brescia, parla di una “vera emergenza” tanto crescente è la domanda di interventi in questo settore. “I giovani da 0 a 18 anni in Italia sono 12 milioni – fa sapere – e dal 10 al 20 per cento ha almeno un disturbo di competenza del neuropsichiatra infantile. Entro questo ambito sono tante le patologie: molti i disturbi del neurosviluppo , come il disturbo dello spettro autistico 1 su 77 (calcolo dell’Istituto superiore di Sanità), paralisi cerebrale 1,6 su mille nati vivi, epilessia 1 su 100 della popolazione generale (ma il 70 per cento inizia in età evolutiva), disturbi dell’apprendimento 3,5-5 per cento nell’età scolare (elementari e medie), Adhd (deficit d’attenzione) 3,5 per cento sul totale da 0 a 18 anni, disabilità intellettive 2 per cento della popolazione generale. Ci sono poi i disturbi del comportamento alimentare, in particolare l’anoressia, e quadri di disturbi psicopatologici nell’adolescente”.