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Pronti a contrastare l'influenza stagionale?
Arriva l’autunno e anche l’influenza. Come contrastarla? Ecco tutti i consigli e le raccomandazioni degli esperti.
Con l’arrivo dell’autunno una delle prime preoccupazioni è quella di far fronte all’influenza stagionale. Quest’anno i virus parainfluenzali hanno già fatto il loro ingresso. Sono infatti circa 80 mila gli italiani che sono stati colpiti da raffreddore, febbre e problemi intestinali. Ma quali sono le previsioni per l’influenza stagionale? “L’influenza vera e propria di questa stagione – ha affermato alle agenzie di stampa il dott. Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università di Milano – dovrebbe essere di media intensità”. Sono previsti circa 5 milioni di casi di influenza vera e propria e circa 8-10 milioni le sindromi provocate da altri virus respiratori, i cosiddetti virus parainfluenzali.
“Molto dipenderà dal meteo – ha affermato Pregliasco – se l’inverno dovesse essere lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati. Se al contrario dovesse essere più mite, saranno invece i virus parainfluenzali a esserne avvantaggiati”.
E’ previsto per metà ottobre l’inizio della campagna vaccinale; che è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la Determina dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sulla composizione del vaccino per la stagione 2017-2018, che sarà leggermente diverso da quello del 2016.
Sulla base delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Comitato per i Medicinali per Uso umano dell’Agenzia europea dei farmaci, è stata inserita una variante nuova del virus AH1N1, detta Michigan, variante che sostituirà l’H1N1 California.
Per il resto il vaccino anti-influenzale avrà la stessa composizione di quello del 2016-2017, con i ceppi H3N2 e B.
I virus circolanti per la prossima stagione saranno 4 e la raccomandazione dell’OMS è quella di un vaccino quadrivalente. Anche i vaccini trivalenti, soprattutto se adiuvati sono efficaci, pur non assicurando una copertura totale.
Dovrebbero sottoporsi all’opportuna vaccinazione soprattutto gli anziani, i bambini, le persone immunodepresse o con problemi cardiaci o respiratori.
Pregliasco raccomanda il quadrivalente per bambini e adulti, mentre il trivalente può essere sufficiente per gli anziani, che hanno già incontrato più volte i virus, e hanno quindi in genere sintomi più attenuati. Resta il fatto che gli anziani sono quelli che più di altri dovrebbero vaccinarsi, soprattutto se hanno problemi cardiaci, respiratori (BPCO), se sono immunodepressi o dializzati. “Attenzione però: il vaccino non protegge dalle 262 varianti di virus parainfluenzali”.
La vaccinazione antinfluenzale gratuita è stata pensata dalle autorità sanitarie con l’idea di arrivare a coprire almeno il 75% della popolazione over65. Ma in passato c’è stata una caduta verticale delle vaccinazioni: secondo una indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) gli anziani che si vaccinano tutti gli anni sono oggi il 45%, mentre il dato medio non va oltre il 14%.
Nella stagione 2016-2017, stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), l’influenza ha messo a letto 5,5 milioni circa di persone, con un’incidenza di 93 casi per 1000 abitanti (durante la pandemia del 2009-2010 furono 99 casi per 1000). Il numero di casi gravi confermati di influenza sono stati 162 e 68 i decessi.
Quali sono i sintomi della vera influenza?
Si presenta con febbre alta oltre 38, dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione nasale o mal di gola. “In generale – ha detto Pregliasco – sono infezioni che si diffondono con rapidità: un solo starnuto può contenere circa 40000 micro goccioline che possono viaggiare a oltre 300 all’ora”.
Una volta colpiti dall’influenza il virologo raccomanda di “utilizzare farmaci senza obbligo di ricetta (lo fanno già 57 italiani su 100, secondo un’indagine di Assosalute) per abbassare i sintomi ma senza cancellarli: azzerare la febbre e andare a lavorare fa il gioco del virus: si contagiano altri e ci si ammala di più”.
Quando assumere gli Antibiotici? “Solo se dopo 4 giorni i sintomi persistono, quando c’è un coinvolgimento batterico. Ma è il medico a doverli prescrivere. No all’utilizzo dei vecchi antibiotici rimasti nell’armadietto delle medicine di casa”.