La psoriasi non è un problema legato alla bellezza, ma una patologia debilitante, sia fisica che psichica, che merita più attenzione.
Il 29 ottobre in tutto il mondo si celebra il World Psoriasis Day, la Giornata Mondiale della Psoriasi, una malattia della pelle a carattere cronico e recidivante, non infettiva né contagiosa, ma con conseguenze sulla qualità della vita di chi ne è affetto, in quanto le lesioni causate dalla patologia sono visibili sul corpo del malato.
La campagna mondiale ha come obiettivo quello di sensibilizzare le istituzioni socio-sanitarie e l’opinione pubblica nei confronti della malattia ed in Italia è l’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (ADIPSO) che promuove l’iniziativa, per dare voce a circa 3 milioni di malati.
Per l’occasione si allestiranno nelle piazze e nei centri specializzati, che saranno il luogo di incontro dove medici specialisti volontari offriranno le loro conoscenze scientifiche e competenze a coloro che lo desiderassero, dei gazebo per accogliere i malati bisognosi di informazioni sulla patologia, sui centri di cura dedicati e sulle novità che anno dopo anno si inseriscono nell’armamentario terapeutico del medico specialista.
I malati di psoriasi o di artrite psoriasica, inoltre, potranno parlare ai componenti di ADIPSO dei loro problemi quotidiani e dei propri bisogni inespressi, che l’associazione potrà riportare successivamente alle istituzioni preposte.
La psoriasi non è un problema legato alla bellezza, ma una patologia debilitante, sia fisica che psichica, che merita più attenzione.
Gli obiettivi della Giornata Mondiale sono: aumentare “awareness” , ovvero far crescere la consapevolezza sulla psoriasi, destare l’attenzione pubblica sugli effetti devastanti della patologia e sulle gravi difficoltà che può causare; migliorare l’accesso ai trattamenti: spronare il sistema sanitario, i governatori, i medici, gli operatori del settore e tutti coloro che sono responsabili per la cura della psoriasi, per consentire ai pazienti di accedere a tutte le terapie. E’ molto importante creare coesione tra la comunità degli psoriasici: fornire una piattaforma dalla quale le voci dei pazienti di tutto il mondo possano parlare come se fossero un’unica voce, per essere finalmente ascoltate dai “decision-maker”.
Altro obiettivo della WPDay è quello di accrescere la conoscenza, cioè fornire informazioni a coloro che sono affetti dalla patologia, ma anche all’opinione pubblica per educarla sulla malattia, in modo che diventi un tema di cui poter discutere apertamente. I pregiudizi uccidono il paziente psoriasico e lo relegano ai margini della società.
La diagnosi precoce e le terapie più efficaci sono necessarie per alleviare la sofferenze di molti milioni di pazienti che non ricevono l’aiuto di cui hanno bisogno.
“La diagnosi della psoriasi – ha spiegato a Mutua Mba la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma – è essenzialmente clinica o può avvalersi dell’esame istologico eseguito su frammento cutaneo mentre per l’artrite sono utili esami strumentali quali l’ecografia articolare o la radiografia articolare, più raramente la risonanza. Non esiste un test sierologico specifico”.
Dopo la consulenza da parte del dermatologo quali sono le cure e in che modo agiscono?
“Nella psoriasi è molto utile eseguire una terapia rotazionale alternando diverse terapie topiche e sistemiche. Nelle forme più lievi può essere sufficiente una terapia topica con steroidi ad azione antinfiammatoria ed immunosoppressiva o con agenti riducenti e cheratolitici come catrame, acido salicilico, urea, o derivati della vitamina D (calcipotriolo) spesso associati o ad elioterapia (esposizione solare) o fototerapia (UVB a banda stretta) che consiste in un ciclo di 20-30 sedute spesso con remissione anche lunga della patologia. La terapia sistemica convenzionale ha ancora un suo perché (ciclosporina A, methotrexate o acitretinoina) perché in molti casi induce un buon controllo dei sintomi o perché in breve tempo induce una remissione delle manifestazioni cutanee. La terapia biologica (anti TNF-alfa, anti Il12-23) e a breve anti IL17 e anti fosfodiesterasi 4, sono i farmaci intelligenti in grado di colpire selettivamente il bersaglio e modificare l’andamento della malattia soprattutto nell’artrite, e nella prevenzione e trattamento delle comorbidità , purtroppo ancora gravati da alti costi per cui usati selettivamente”.
Come si presenta la psoriasi, quali sono i campanelli d’allarme?
“La psoriasi si presenta con chiazze eritematose, cioè arrossate, a limiti netti, generalmente ovalari o grossolanamente rotondeggianti, ricoperte da squame biancastre che possono formare un accumulo di squame aderenti biacco-argentee. Le chiazze eritematodesquamative si localizzano tipicamente ai gomiti, alle ginocchia, al cuoio capelluto, ma possono manifestarsi su tutto l’ambito cutaneo con interessamento anche dell’area perianogenitale e può estendersi a tutto l’ambito cutaneo più gravi. Non raro il coinvolgimento ungueale, talvolta come principale manifestazione della dermatosi infiammatoria.
Esistono diverse manifestazioni cliniche cutanee quali le forme localizzate quasi esclusivamente alle pieghe (inguinali, ascellari, sottomammarie, piega glutea) con meno tendenza alla desquamazione ma con notevole disagio per il paziente. Il prurito, spesso presente, può rappresentare un sintomo notevolmente stressante che interferisce con il sonno o le attività quotidiane.
Fino ad un terzo dei casi può associarsi a manifestazioni articolari (artrite psoriasica) talora esordio della malattia “psoriasi” (in circa un 15% dei casi) con diverse manifestazioni cliniche a seconda che coinvolga la colonna vertebrale o le articolazioni periferiche e che si caratterizza con entesite ed artrite fino a danno articolare che può evolvere in deformazione ed anchilosi articolare associato a dolore ed impotenza funzionale”.
E’ una malattia ereditaria?
“La psoriasi presenta una forte predisposizione genetica di tipo poligenico con interessamento di diversi loci genetici (geni presenti su diversi cromosomi tra cui il più importante sarebbe il cromosoma 6 ) che regolano diverse funzioni cellulari.
Il rischio di manifestare la psoriasi in un soggetto che abbia entrambi i genitori affetti da psoriasi è circa il 40% mentre scende al 14% se solo un genitore è affetto da psoriasi. L’aplotipo HLA (in particolare l’aplotipo HLA-Cw6) sembra influenzare l’età di insorgenza e non ultimo la risposta alle terapia biologica stessa per cui la caratterizzazione genetica diventerà sempre più importante nella individualizzazione delle terapie sistemiche. Esiste comunque un subset di pazienti con esordio della psoriasi più tardivo, senza familiarità.
Alla predisposizione genetica si devono associare dei fattori scatenanti ambientali, quali infezioni, alcuni farmaci, stress psicologico, fattori ormonali , consumo di alcool e abitudine al fumo che sono importanti nel causare la manifestazione della dermatite”.
Quali sono i suoi consigli?
“Consiglierei al paziente di non lasciarsi andare di rivolgersi al dermatologo o ad un centro che abbia un Ambulatorio psoriasi per essere monitorato e per la valutazione di possibili comorbidità e per lasciarsi andare e deprimersi di fronte ad una patologia talvolta difficile da controllare perché lo sviluppo dei farmaci è in continuo divenire con introduzione continua di farmaci con sempre minori effetti collaterali e miglior controllo della patologia.