Difendersi dall’aria che si respira: otto anni per adeguarsi ai nuovi limiti. È questa la scadenza fissata dall’Unione Europea e che riguarda tutti gli Stati membri che entro il 1° gennaio 2030 dovranno migliorare la qualità dell’aria. Non è una partita semplice neppure per l’Italia dove otto italiani su dieci respirano aria “malsana”. A denunciarlo è la Società italiana di medicina ambientale (Sima) secondo cui, in Europa, applicando gli attuali limiti di legge, il 21% dei cittadini vive in una situazione di rischio per la salute dovuta agli sforamenti delle polveri sottili Pm10 e Pm2.5. Discorso valido per gli ossidi di azoto. Secondo gli esperti Sima, l’81% della popolazione della UE respira un’aria con una concentrazione di polveri sottili superiore alle soglie di sicurezza sanitaria fissate dall’Oms già nel 2005.
Sima allerta la popolazione anche in relazione alle conseguenze per la salute causate dall’inquinamento: l’impatto è diretto ed è oggi ben quantificabile sulla base di funzioni di rischio fondate sulle evidenze scientifiche acquisite dall’Oms: per ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili si osserva un incremento della mortalità generale per tutte le cause pari al 7%. Nel dettaglio, aumenta del 10% la mortalità per le malattie cardiovascolari o cause respiratorie, mentre l’incidenza di infarti sale del 26%. Appena più modesto (+7%) è l’aumento di mortalità legato ad ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo di biossido d’azoto (NO2). Ma un’associazione con l’aumento delle polveri sottili è dimostrata anche per il rischio di demenze e disturbi del neurosviluppo come l’autismo.
Per queste ragioni Alessandro Miani, a capo della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), ha suggerito l’avvio di una ‘Mitigation Action’ su larga scala: “È necessario – si legge – un piano di azione per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, partendo dalla Pianura Padana, che presenta delle forti criticità, espressamente evidenziate dall’ultimo rapporto sulla Qualità dell’Aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente”. Occorrerebbe dunque far partire in tempi brevi interventi fondati sull’utilizzo di coating fotocatalitici trasparenti al biossido di titanio a base etanolo, che hanno scientificamente dimostrato capacità di ridurre gli inquinanti dell’aria in sottoprodotti innocui per la salute umana, applicandoli sulle superfici murarie e vetrate degli edifici pubblici e privati. A questa azione se ne sommano delle altre, in relazione alla creazione di ulteriori aree verdi in città e in prossimità degli insediamenti urbani; oppure anche con riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fermando i finanziamenti ai tanti progetti per puntare con decisione su interventi strutturali per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici.
Intanto, la revisione Ue concede otto anni di tempo agli Stati membri per adeguarsi ai nuovi limiti, che entreranno ufficialmente in vigore soltanto il 1° gennaio 2030. Tutti i valori dovranno essere rivisti a partire dal 2028, ogni cinque anni, sulla base delle nuove evidenze scientifiche e delle tecnologie a disposizione.