A Roma, a conclusione di tre giorni dedicati alla prevenzione del tumore al seno, si è svolta la Race for the Cure, una corsa “in rosa”, che aveva l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca e di manifestare solidarietà a tutte le donne che combattono con la malattia.
Una settimana fa, a Roma, si è volta la XVII edizione della Race for the cure, una manifestazione organizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica che ha coinvolto circa 65.000 podisti ed oltre 5000 donne in rosa che fronteggiano o hanno già superato la malattia, tutti insieme in una corsa di 5 km dal Circo Massimo al Colosseo.
La mini-maratona, oltre a manifestare solidarietà nei confronti delle donne che quotidianamente combattono il tumore al seno, considerato la più frequente neoplasia femminile, ha avuto come obiettivo quello di raccogliere i fondi per la ricerca e la prevenzione.
“La prevenzione è la nostra prima arma per stare bene, per intercettare la malattia e combatterla. Stiamo combattendo e vincendo il cancro al seno grazie alla prevenzione”, le parole del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che ha presentato la manifestazione.
A sfilare per le vie di Roma, ci sono state tante donne che hanno superato la malattia, tra loro anche l’attrice Rosanna Banfi che, con la collega Maria Grazia Cucinotta, sono state le madrine della manifestazione.
Era il 2009 quando la figlia del celebre attore Lino Banfi ha iniziato la sua battaglia per sconfiggere il tumore al seno. Una battaglia che, grazie alla sua forza d’animo e ai progressi in campo scientifico, è riuscita a vincere. Rosanna è da sempre al fianco delle donne con messaggi di speranza, sottolineando che non bisogna mai smettere di lottare, è importante non farsi abbattere, perché la vita continua e col tempo si può tornare a stare bene e a riprendere le proprie abitudini.
“Bisogna avere solo pazienza -ha detto nel corso di un’intervista di qualche tempo fa-. Quindi abbiate coraggio e non nascondetevi, perché non c’è nessuna vergogna nell’avere un tumore”.
Rosanna Banfi in questa occasione ha ricordato l’importanza primaria della prevenzione “Non abbiate timore dei controlli perché il cancro uccide più della paura”.
La mini-maratona ha chiuso i tre giorni dedicati alla prevenzione femminile con visite gratuite, più di 830, offerte a donne disagiate, individuate grazie alla collaborazione con enti assistenziali dal ‘Villaggio della Salute’. Un’iniziativa ideata dalla Susan G. Komen Italia, un’organizzazione senza scopo di lucro basata sul volontariato che opera nella lotta ai tumori del seno su tutto il territorio nazionale, in collaborazione con Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Fondazione Johnson & Johnson e Regione Lazio. Sono stati diagnosticati due tumori del seno (di cui uno bilaterale, poco frequente, a una donna di 40 anni) e cinque tumori della pelle.
Nello stand allestito dalla Regione Lazio sono state raccolte oltre 120 prenotazioni per la prevenzione del tumore del collo dell’utero, più di 110 per lo screening mammografico e oltre 180 per quello colon-rettale. Tutti esami che saranno eseguiti nei centri della Regione nell’arco di poche settimane da soggetti che, per la maggior parte, non avevano mai aderito ai programmi regionali di screening.
In campo, a favore della prevenzione, anche Ferderfarma che nel suo stand ha offerto misurazioni della pressione, controllo della glicemia e controllo del peso.
L’edizione di Race for the cure, grazie alle quattro edizioni dello scorso anno, ha realizzato in 15 regioni italiane progetti di Komen Italia e anche altri 59 proposti da altrettante associazioni, incidendo concretamente nel tessuto locale e nazionale. Anche i fondi raccolti quest’anno saranno destinati all’avvio di nuovi progetti di educazione, prevenzione e cura del tumore del seno, che si andranno ad aggiungere ai 351 già realizzati grazie alle precedenti edizioni di Roma, Bari, Bologna e Brescia con l’impiego di oltre 2.700.000 euro.
La prevenzione è l’unica arma che abbiamo a disposizione per combattere le neoplasie, motivo caro a Mutua Mba che guarda alla persona e alla comunità per promuoverne la salute, potenziando i determinanti positivi e riducendo quelli negativi, nonché diagnosticando in tempo le patologie al fine di assicurare una migliore aspettativa di vita, mediante percorsi assistenziali e riabilitativi adeguati.
La prevenzione salva la vita.
Mutua Mba ha più volte affrontato l’argomento e anche oggi vuole ricordare quali sono le misure di prevenzione consigliate dagli esperti per combattere il tumore al seno. Compiuti i 20 anni le donne possono eseguire una prevenzione “fai da te” attraverso l’autopalpazione. Al compimento del 30esimo è consigliabile la visita senologica con uno specialista.
Il senologo, prima di cominciare l’esame clinico con l’osservazione e la palpazione delle mammelle, raccoglie tutte le informazioni utili per la diagnosi definitiva che sono: un’eventuale presenza di casi di tumore al seno in famiglia (nel caso dovessero esserci, le donne tra i 40 e i 50 anni dovrebbero effettuare una volta l’anno una mammografia e un’ecografia), a che età è comparso il primo ciclo mestruale o a che età è terminato, gravidanze, alimentazione e terapie ormonali.
Dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è ancora più importante perché è proprio tra i 50 e i 70 anni che il rischio di sviluppare questo tumore è maggiore.