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Race for the cure, Roma si tinge di rosa per la lotta al tumore al seno
Torna a Roma l’appuntamento con Race for the Cure, il più partecipato al mondo, evento simbolo della Susan G. Komen Italia, organizzazione senza scopo di lucro basata sul volontariato che opera dal 2000 nella lotta ai tumori del seno e che in questi anni ha raccolto 13 milioni di euro investiti per realizzare oltre 700 nuovi progetti. Grazie alle 830 prestazioni erogate lo scorso anno è stato possibile diagnosticare tre tumori del seno e cinque tumori della pelle.
L’obiettivo di Race for the Cure è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e di uno stile di vita sano; raccogliere fondi per nuovi progetti per la lotta ai tumori del seno ed esprimere solidarietà alle Donne in Rosa, donne che si sono confrontate con il tumore del seno e che hanno scelto di rendere pubblica la loro esperienza partecipando con una speciale maglietta rosa per rompere il silenzio e la paura che accompagnano questa patologia. E’ il caso di Rossella Banfi, figlia primogenita del famoso attore Lino Banfi, madrina della manifestazione, che nel 2009 ha scoperto, grazie all’autopalpazione – azione “fai da te” fondamentale, che deve essere eseguita, come suggeriscono gli esperti, almeno una volta al mese a partire dai 20 anni – di avere un tumore al seno e l’ha sconfitto.
Race for the Cure è giunto alla sua XIX edizione e a Roma, presso il Villaggio della Salute al Circo Massimo sono stati organizzati, da giovedì 17 maggio a domenica 20 maggio, percorsi di promozione della salute per donne appartenenti a categorie disagiate, stage di apprendimento di discipline sportive, esibizioni di fitness e laboratori teorici e pratici di sana alimentazione. Anche quest’anno la manifestazione culminerà con la tradizionale corsa di 5 km, la passeggiata di 2 km e il tradizionale lancio dei palloncini rosa, una celebrazione che ha come protagoniste le Donne in Rosa.
“Abbiamo aggiunto un giorno in più a questo grande villaggio della salute – ha spiegato Riccardo Masetti, presidente di Komen Italia. Il senso di questa manifestazione è tenere alta la tensione su questo problema dei tumori al seno e sulla salute delle donne in generale. Ogni anno 50mila donne si ammalano di tumore al seno in Italia, se preso in tempo si ha più del 90% di possibilità di guarire. Purtroppo ogni anno dodicimila perdono la vita, una ogni ora. Un numero che non si può più tollerare. Bisogna lavorare per ridurlo e possibilmente azzerarlo”.
Tutti insieme per combattere la neoplasia femminile. E’ importante infatti sottolineare che la manifestazione è aperta a tutti, uomini, donne e bambini, atleti e non. Sono previste attività sportive, laboratori di sana alimentazione, un’area bimbi attrezzata, stand delle aziende e attività interattive per adulti e bambini.
E’ possibile anche partecipare in “squadra” con il coinvolgimento di amici, parenti e colleghi e raccogliere anche le loro iscrizioni e donazioni, dare un nome personalizzato al proprio team, concorrere all’assegnazione di premi dedicati ai gruppi più numerosi.
Per le iscrizioni basta collegarsi al sito:http://www.raceroma.it/
Inoltre, sarà attivo uno sportello informativo ed operativo della Regione Lazio per l’accesso agli screening per la diagnosi precoce del tumore del seno, del collo dell’utero e del colon retto, dove poter prendere appuntamento nella struttura sanitaria più vicina al proprio indirizzo di residenza.
Mutua Mba, società di mutuo soccorso, in occasione di questo appuntamento intende ricordare l’importanza della prevenzione e degli esami di screening per una diagnosi precoce. Oggi, grazie ai progressi della scienza e della tecnologia, abbiamo a disposizione metodiche innovative che consentono di scovare piccolissime lesioni sospette non palpabili, come ha spiegato la dottoressa Simonetta Monti, chirurgo senologo: “Alcune lesioni possono essere asintomatiche, ma grazie ai programmi di screening riusciamo a recuperare quelle sospette. Inoltre, l’evoluzione delle tecniche di imaging radiologico (mammografia digitale, tomosintesi, risonanza magnetica) ci consente di individuare lesioni mammarie cosiddette in fase pre clinica, e quindi in uno stadio iniziale”.
E’ importante ricordare l’importanza dell’autopalpazione “per aumentare – ha spiegato la Monti – la consapevolezza che nella propria mammella c’è stato un cambiamento che magari va indagato in maniera più approfondita o che va meglio studiato.
Ci sono una serie di strutture e lesioni benigne che fanno parte della normale storia fisiologica della ghiandola mammaria: le cisti, i fibroadenomi e anche molte calcificazioni rilevate alla mammografia non sono tutte maligne.
E’ bene comunque rivolgersi al proprio medico o senologo quando si nota una tumefazione o un nodulo precedentemente non presenti, un arrossamento della mammella, la presenza di una retrazione cutanea, la presenza di una secrezione dal capezzolo, al fine di poter procedure agli ulteriori approfondimenti diagnostici”.